La Camera approva, il Decreto Lavoro è legge

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 Dopo tante discussioni, emendamenti e polemiche, la Camera ha approvato in via definitiva – 279 i voti favorevoli, 143 quelli contrari – la conversione in legge del decreto sul lavoro.

Il testo contiene le linee guida e i provvedimenti da mettere in atto per il rilancio dell’occupazione italiana. 

Le discussioni e le polemiche sul Decreto Lavoro, stilato dal ministro del lavoro Giuliano Poletti, non si sono placate neanche nella fase di approvazione definitiva del testo con le principali critiche che arrivano da Sel, Movimento 5 Stelle e la maggior parte delle firme sindacali.

Secondo il suo creatore, il ministro Poletti, il Decreto Lavoro è solo il primo passo verso una riforma strutturale del mercato del lavoro italiano, che verrà completata nei prossimi mesi con la legge delega sugli ammortizzatori sociali e i servizi del lavoro.

Il ministro ha evidenziato come, grazie al suo Decreto, i datori di lavoro italiani potranno assumere senza più temere il peso degli adempimenti burocratici legati ai nuovi dipendenti o il rischio di essere coinvolti in lunghi e dispendiosi contenziosi. Inoltre, grazie alla semplificazione, le imprese potranno tranquillamente assumere senza utilizzare contratti a progetto o false partite Iva al posto dei contratti di lavoro subordinati.

Se anche Saccomanni, ex ministro del Lavoro, ha rivolto il suo plauso all’approvazione del decreto, critiche aspre arrivano dall’opposizione e dai sindacati: M5S critica l’ulteriore precarizzazione nel mondo della ricerca, mentre i sindacati sono tutti d’accordo nel dire che le nuove norme, come successo con quelle poste in essere dalla riforma Fornero, verranno presto cancellate e sostituite, il che porterà ad ancora maggiore confusione nelle forme contrattuali e un acutizzarsi delle difficoltà delle classi di lavoratori più svantaggiate, come i co.co.co e le false partite Iva.

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