Jimmy Choo pronta allo sbarco sul listino londinese

C’è un nome nuovo nel firmamento delle griffe prossime alla quotazione sul celebre London Stock Exchange. Si tratta di Jimmy Choo, marchio internazionale di calzature di lusso, borse, profumi, occhiali e accessori in pelle fondato nel 1996 da Tamara Mellon e dall’omonimo calzolaio malese dal quale il gruppo mutua il nome.

Borsa a picco dopo la riunione dell’Eurotower

Ossigeno al credito e rilancio degli investimenti: Mario Draghi ha spiegato le sue idee a Napoli durante il meeting della Bce, ma la Borsa non pare riceverne giovamento, anzi. Crolla. Piazza Affari affonda e chiude sotto i 20.000 punti a -3,92%. In Germania, Francoforte perde l’1,99%.

Zalando, il debutto in Borsa è stato altalenante

Alla fine, il tanto atteso giorno dell’Ipo è arrivato anche per Zalando. Stamane il gruppo si è quotato a Francoforte, sul mercato regolamentare. Le azioni sono schizzate a 24,50 mentre il tetto era stato inizialmente fissato a tre euro in meno due giorni fa. Tuttavia, dopo è rientrato a 22,4 ad azione.

L’operazione, se andrà a buon fine, porterà nelle casse della più celebre start up di Berlino (il cui valore si aggira intorno ai 5,3 milioni di euro) qualcosa come 600 milioni di euro per 24,5 milioni di azioni.

Zalando è un “piatto che fa gola”. Non a caso, da parte degli investitori c’è stata un’ottima domanda. Tale da superare di gran lunga le azioni messe a disposizione dai fratelli Samwer. Vi è dunque fiducia e interesse per una realtà che è cresciuta rapidamente e che vuole crescere ancora al punto da formare un polo e-commerce capace di contrastare Amazon e Alibaba.

Tra i Paesi che maggiormente supportano Zalando menzioniamo oltre alla Germania, Austria e Svizzera. Segue l’Italia, ottimo mercato per l’azienda che da anni cerca di impossessarsi delle vendite online e contrastare gli States. Proprio però dagli States e dalla ‘cugina’ Zappos, deriva l’ispirazione dei creatori del marchio.

L’unica nota dolente di questo progetto molto simile a un sogno diventato realtà deriva per l’appunto dalla giornata di oggi. Zalando è partita di gran carriera, tanto a livello promozionale che nel concreto. Annunci importanti, ottime prospettive per il futuro e tanta ‘carne al fuoco’ per gli azionisti che attendevano alla finestra di Francoforte. Dopo un ottimo avvio, però, il brand ha perso il 10% su ogni azione.

 

 

 

Piquadro, vendite a +8%

L’annuncio dell’apertura di uno spazio nella Grande Mela era arrivato lo scorso giugno. Oggi Piquadro ha annunciato il raggiungimento dell’accordo per uno spazio in Madison Avenue a New York. Nel contempo, l’azienda emiliana ha ufficializzato la partnership con il brand che la affiancherà in termini di distribuzione per la nuova avventura sul mercato americano.

Zalando pronta ad esordire a Francoforte

21,50 dollari. Questo il prezzo per azione fissato per l’Ipo al mercato regolamentato di Francoforte. La società Zalando, specializzata nella vendita on-line di abbigliamento e calzature, dunque, si appresta al debutto in borsa dopo aver ‘fatto il prezzo’.

Ovs, quotazione in vista per la catena di abbigliamento

OVS ha al momento il 5% del mercato dell’abbigliamento italiano. Rappresenta, infatti, la più grande catena italiana, con 1031 negozi tra Italia, Europa orientale, Spagna, Russia, Cipro, Arabia Saudita, Emirati Arabi.

Alibaba, successo oltre le attese nello sbarco a Wall Street

Partenza coi fuochi d’artificio per il gigante cinese dell’e-commerce che dopo due ore e mezza in asta viene quotato a 92,70 dollari per azione. Nel periodo di asta la forchetta di prezzo indicativa era stata aumentata per ben 8 volte. Rispetto al prezzo fissato nell’IPO (68 dollari) è un rialzo del 36%. Dopo pochi minuti il titolo è già arrivato a 94 dollari.

Ai prezzi attesi attuali la capitalizzazione di mercato sarebbe pari a 230 mld di dollari circa, ponendo il gruppo cinese nelle prime 12 IPO di sempre, appena dopo Wal-Mart e Chevron, prima di JPMorgan e Facebook. Il colosso cinese ha ha avuto il suo battesimo del fuoco ha ottenuto un grande successo nel primo giorno delle quotazioni nella Borsa di Wall Street.

Alibabà, il proprietario è diventato l’uomo più ricco della Cina

Ricordiamo come il CFD che abbiamo quotato prima dello sbarco del gruppo del magnate Jack Ma a Wall Street valutava alla fine del primo giorno di contrattazione una capitalizzazione attesa di 218 miliardi di dollari per un prezzo pari a 88 dollari.

A questi prezzi non consigliamo l’acquisto del gruppo cinese. Confermiamo i nostri forti dubbi sul modello di business promosso da Jack Ma. Poca trasparenza nei bilanci, margine operativo troppo elevato, nessuna possibilità di poter controllare l’azienda, vincoli governativi e altro ancora.

Jack Ma intervistato dai giornalisti di Cnbc ha affermato che bisogna fidarsi. Fidarsi. Sicuramente ora con tutto il capitale raccolto i manager di Alibaba avranno spazio per muoversi e espandersi ma crediamo che sarà molto difficile per il gruppo conquistare quote di mercato nelle piazze occidentali. I timori sul modello di business di Jack Ma permangono.

 

Minecraft passa nelle mani di Microsoft

Da dove partiamo per parlare della nuova acquisizione di Windows? Prendiamo il discorso alla larga parlando delle gamefication che ha attanagliato la società contemporanea. I ritmi serrati del lavoro e gli impegni della famiglia, moltiplicano le ricerche di spunti d’evasione per le persone.

Le vendite della moda diminuiscono ma non quelle cinesi

Il settore della moda è sempre stato un settore di riferimento per il business e per la borsa. Si pensi che in un periodo di crisi di Piazza Affari, la borsa milanese era tenuta a galla dai titoli legati al mondo della moda. Adesso c’è un’inversione di tendenza.