Le vendite della moda diminuiscono ma non quelle cinesi

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Il settore della moda è sempre stato un settore di riferimento per il business e per la borsa. Si pensi che in un periodo di crisi di Piazza Affari, la borsa milanese era tenuta a galla dai titoli legati al mondo della moda. Adesso c’è un’inversione di tendenza.

 

Come riporta Radiocor, c’è un report italiano che dimostra come si calata la spesa dedicata ai capi di moda sul territorio italiano. Soltanto in Trentino si è riusciti a far crescere il consumo di capi d’abbigliamento di un ottimo 6 per cento. Le vendite, invece, sono andate molto male in regioni come la Campania e la Calabria dove i consumi di abbigliamento e di accessori sono diminuiti del 10 per cento rispetto al 2013.

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Sono cresciuti soltanto gli accessori moda del 6,7 per cento rispetto al I semestre del 2013. Mentre sono diminuite le spese per le calzature che hanno registrato una flessione dello 0,5%, le spese per gli articoli sportivi e per l’abbigliamento in generale che sono calati rispettivamente del 2 per cento e del 4,22 per cento.

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In sofferenza anche la spesa dedicata a pellicce e pelletterie in calo rispettivamente del 10,8 e del 13 per cento. Sul fronte immobiliare tengono le strade dell’alta moda di Milano, Roma, Venezia e Firenze dove gli affitti sono ancora altissimi. Via Montenapoleone a Minano è quella con gli affitti commerciali più alti: si pagano perfino 670.000 euro l’anno per un locale di 100 metri quadri. Roma con via Condotti è al secondo poto con 650.000 euro l’anno per 100 metri quadri.

Il presidente di Federazione Moda Italia commenta così i dati riferiti al suo settore:

“Il bilancio di questo I semestre per i negozi di moda è ancora desolante anche perchè, con un calo di oltre il 3%, non si riesce ad invertire la tendenza che vede il segno meno davanti alle cifre dei nostri fatturati a dir poco da tre anni. Il mercato interno – almeno nel nostro settore – non riesce a generare valore e neppure e’ valsa l’iniezione degli 80 euro al mese ad oltre 10 milioni di italiani, il cui reddito viene assorbito per il 41% dalla spese obbligate.”

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