Brutti segnali arrivano dalla Spagna

 Il mercato continua le sue oscillazioni, soprattutto in Europa dove l’attesa per la riunione dell’Eurogruppo non ha certo tranquillizzato gli scambi. In realtà gli investitori, dopo la presa di coscienza che tutto è stato rimandato, non hanno dato segni di cedimento.

Gli analisti spiegano che questa “tenuta” della moneta e dei titoli del Vecchio Continente è legata ad una fiducia generalizzata verso l’Unione. Tutti credono insomma che il problema greco sarà presto risolto. Peccato che poi a livello nazionale ci siano delle piccole e allarmanti oscillazioni.

Per esempio tra le notizie finanziarie in evidenza c’è la seduta in forte calo per i titoli spagnoli. A niente è valsa in questo caso la certezza che per Atene ci siano gli aiuti pronti da parte dell’Eurogruppo. Ecco allora che il rendimento dei bonos decennali, nella giornata di ieri è aumentato dal 5,636 al 5,736. Un aumento dei rendimenti vuol dire che la Spagna dovrà pagare interessi più alti ai suoi creditori.

Sul breve e brevissimo periodo, invece, i rendimenti sono scesi. Per esempio i bonos a cinque anni sono passai dal 4,589 al 4,465 in termini di rendimento ed un percorso analogo è stato seguito dai bonos a tre anni che sono passati dal 3,737 al 3,620. Proprio in questo momento il ministero del Tesoro spagnolo ha collocato altri 7,15 miliardi di titoli.

Cina e Israele fanno bene a Piazza Affari

 La seduta della borsa italiana si è conclusa con un rialzo che ha contraddistinto la giornata di cambi di tutta l’Europa. Un momento molto particolare, quello di ieri, visto che la borsa americana aveva chiuso i battenti per il giorno del ringraziamento.

I mercati, nonostante questo allentamento degli scambi Oltreoceano ha saputo approfittare delle altre evenienze, in particolare sembra che abbiano influito sul trend dei mercati, sia l’inizio della tregua in Israele, sia i dati arrivati dalla Cina che parlano di un indice PMI manifatturiero in crescita, dal 49,5 al 50,4.

Questa buona notizia è riuscita a bilanciare i dati macroeconomici negativi riguardanti l’Europa. I rialzi sarebbero stati ancora più consistenti se non ci fosse stato un pizzico di attesa per il vertice straordinario a Bruxelles in cui si è parlato nella serata di ieri del Bilancio dell’UE del periodo 2014-2020. 

Riguardo la nostra borsa possiamo dire che il Ftse Mib ha guadagnato l’1,03 per cento, il Ftse Italia All-Share, invece, ha fatto registrare il +0,99 per cento.

Uno zoom sui titoli ci dimostra un’inversione di tendenza. Oggi in rialzi ci sono i titoli come Buzzi Unicem che guadagna il 4,43 per cento, oppure Mediaset che recupera il 3,73 per cento o il titolo Exor che fa registrare un buon +2,95%.

Crescono anche i bancari con il Banco Popolare al +2,5% e Intesa Sanpaolo con il +0,8%, mentre soffrono un po’ Autogrill e Snam che perdono rispettivamente lo 0,14 e lo 0,06 per cento.

Wall Street nel giorno del Ringraziamento

 La performance dei listini europei, molto interessante in seguito ai risultati dell’asta dei Bonos spagnoli, è sembrata ancora più brillante alla luce del rallentamento di Wall Street dove la giornata di scambi di ieri è iniziata in modo debole, per il fatto che oggi il Giorno del Ringraziamento.

I rialzi a Wall Street sono stati molto deboli in mattinata, hanno sfiorato un lieve +0,5 per cento. I broker erano probabilmente molto più interessati ai festeggiamenti del Thanksgiving. Basta pensare che il Dow Jones è cresciuto soltanto dello 0,38%, il Nasdaq ha guadagnato lo 0,34% e lo S&P ha fatto segnare il +0,23%.

Sicuramente le quotazioni sono state influenzate anche dai dati sui sussidi di disoccupazione che sono calati pur restando al di sopra delle 400 mila unità. In qualche modo è stato determinante per il blocco delle assunzioni, l’arrivo e il perdurare delle conseguenze dell’uragano Sandy.

Entrando nello specifico dei titoli che sono sul mercato americano, c’è da rilevare un interessante +1,92 per cento delle azioni HP che hanno reagito un po’ timidamente al tracollo di ieri, quando l’azienda ha presentato dei conti molto deludenti  legati all’acquisizione sbagliata dall’azienda Autonomy.

Il taglio del rating da parte dell’agenzia Fitch, sul versante opposto, ha influito sulla pessima performance di Best Buy.

Azioni dal valore enorme

 Il mercato azionario è molto variegato. Chi investe in borsa sfruttando i moderni sistemi del trading online è abituato a scommettere piccole cifre, magari anche attraverso le opzioni binarie, ottenendo rendimenti elevati in poco tempo.

Difficilmente i piccoli investitori buttano lo sguardo sulle azioni più costose. Fa invece una panoramica di questi prodotti Il Sole 24 Ore che racconta di azioni che costano anche tanto quanto una casa.  Il primo esempio fatto dal quotidiano economico è quello delle azioni della Berkshire Hathaway che è stato rilevato moltissimi anni fata da Warren Buffett.

Dagli anni Sessanta ad oggi è cresciuta molto questa realtà finanziaria. Dall’essere una semplice industria tessile praticamente prossima al fallimento si è trasformata in un sistema in grado di portare ogni anno enormi disponibilità finanziarie all’azienda. Per l’esattezza vale qualcosa come 119 miliardi di dollari.  Una sola azione della  Berkshire Hathaway può essere comprata per 131.310 dollari. Dall’inizio dell’anno ha guadagnato il 16 per cento.

Questa quotazione stratosferica del titolo accomuna l’industria tessile ad altre aziende come il colosso Lindle & Spruengli. Per una singola azione di questa azienda si devono pagare quasi 36 mila dollari, cioè 28 mila euro.

Al terzo posto tra le aziende che hanno titoli costosissimi si classifica la Rothschild che fa parte del listino svizzero. Una sola delle sue azioni è pagata 19 mila euro.

L’Europa finanziaria torna a crescere

 Sulle borse europee ha pesato un po’ la decisione dell’Eurogruppo di rinviare la questione greca. Sono state molto importanti le parole di Angela Merkel e François Hollande ma oggi le Piazze Affari del Vecchio Continente sembrano animate di un nuovo entusiasmo.

Sono migliorati tutti gli indici e la spinta è stata fornita dall’esito dell’asta dei titoli spagnoli. Le richieste di Bonos hanno avuto un valore complessivo di 3,88 miliardi di euro e sono andate al di sopra dell’offerta del Ministero del Tesoro Iberico.

Chiaramente la performance della borsa di Madrid è stata traghettata verso l’ascesa da questi risultati e Milano ne ha seguito l’esempio. Un po’ meno brillanti i risultati degli altri indici sintetici nazionali. Dando soltanto un piccolo sguardo a quel che è successo a Wall Street si scopre una decisa contrazione degli scambi dovuta alla ricorrenza della Festa del Ringraziamento.

Lo spread cui ormai si riserva un’attenzione particolare soprattutto in Italia, ha aperto a 338,6 punti. Il differenziale tra Btp decennali e Bund tedeschi dello stesso periodo si era chiuso ieri a 341 punti. Il rendimento dei titoli di stato è stato del 4,8%.

Sul mercato dei titoli di stato è stata molto interessante l’opinione di uno dei maggiori gestori mondiali di obbligazioni, Pimco che ha spiegato di preferire, in questo momento, i bond italiani e i bonos spagnoli rispetto ai titoli francesi e tedeschi.

L’Eurogruppo e la borsa italiana

 La prima riunione dell’Eurogruppo sulla questione greca non ha avuto alcun esito e si temeva che i mercati reagissero in modo negativo a questa evenienza. In realtà sono state provvidenziali le parole di Angela Merkel e François Hollande  che hanno riportato tranquillità anche nei mercati.

L’Eurogruppo ha deciso di rimandare la decisione sull’erogazione di fondi alla Grecia e questa scelta ha fatto vacillare un po’ le borse. In realtà sulle quotazioni hanno influito soprattutto le valutazioni di Moody’s che, dopo aver tolto la tripla A alla Francia, ha intenzione di declassare anche il Fondo Salva-Stati.

Si sperava potessero avere effetto sugli indici anche i dati sulla disoccupazione americani oppure i dati sulla produttività in Italia, ma nessuno di questi documenti ha poi influito direttamente sull’andamento delle borse.

Piazza Affari è rimasta poco al di sopra della soglia d’immobilità con il Ftse Mib che ha chiuso a +0,82% e con il Ftse Italia All Share che ha fatto registrare un +0,79 alla fine delle contrattazioni. Vediamo insieme qualche dettaglio in più sui titoli tricolore.

Sicuramente spiccato le performance dei titoli bancari come BP di Milano che guadagna il 3,59 per cento e Intesa Sanpaolo che cresce del 2,38 per cento. Sul versante opposto occorre registrare battute d’arresto per l’Ansaldo STS, per il Monte dei Paschi di Siena a per Mediobanca che perdono rispettivamente l’1,09, l’1,04 e lo 0,89 per cento.

HP perde terreno a Wall Street

 Wall Street non ha più i titoli tecnologici di una volta o comunque la crisi inizia a sentirsi anche per chi, come l’HP, fino a questo momento non ha dato segnali di cedimento. L’azienda, infatti, deve fare i conti con un un rosso che deriva probabilmente dall’acquisizione di un’altra società.

L’HP ha presentato i suoi conti trimestrali. La Hewlett-Packard ha fatto registrare una perdida record di vene 6,85 miliardi di dollari e per capire che si tratta di una maxi perdita è sufficiente considerare che nello stesso periodo dell’anno scorso c’erano stati ricavi per 239 milioni di euro.

A livello azionario, ogni titolo ha presentato un rosso pari a 3,49 dollari e nello stesso periodo dell’anno scorso, invece, si registrano circa 12 centesimi di attivo per azione. Attualmente, HP è il secondo produttore mondiale di personal computere ed è stato superano dall’azienda cine Lenovo.

I suoi ricavi sono scesi da 32,12 a 29,96 miliardi di dollari anche se gli analisti erano stati più ottimisti e pensavano che l’azienda si sarebbe fermata a 30,44 miliardi. L’andamento dei ricavi si riflette anche nell’andamento del titolo a Wall Street.

Nelle ultime sedute di contrattazioni, infatti, HP ha perso il 12 per cento del valore dei suoi titoli. Sembra che di questa situazione sia responsabile l’acquisizione di Autonomy per 10 miliardi di dollari.

Block contro la Olam

 Si chiama Carson Block ed è un avvocato americano di 36 anni con il fiuto per gli affari e per la contabilità che riserva qualche sorpresa. In questi giorni Block ha deciso di puntare i fari su un’azienda che è leader nella commercializzazione degli arachidi, sfruttando una tipologia di attacco che è sempre la stessa.

Block ha deciso di prendersela con la Olam che si occupa di trading di prodotti agricoli ed è leader nel senso che gestisce il 90 per cento del commercio mondiale di arachidi. La Olam ha debuttato in borsa nel 2005, nella Piazza Affari di Singapore.

Il 16 per cento di questa azienda è nelle mani della Temasek, cioè del fondo sovrano di Singapore. Cosa ci sarebbe di strano nei loro affari? Secondo Blockla Olam può essere accusata di falso in bilancio. Il metodo adottato per demolirla è squisitamente finanziario.

Block ha bersagliato l’azienda con una serie di vendite allo scoperto e il titolo ha perso prima il 20 per cento del valore nelle contrattazioni a Wall Street e in un secondo momento ha perso ancora terreno, il 7,5 per cento, ad un giorno di distanza sulla Piazza di Singapore.

La novità dell’ultima azione di Block sta nel tipo di azienda scelta, visto che fino a questo momento se l’era sempre presa con le realtà cinesi.

La borsa in bilico dopo Bernanke

 La borsa traballa dopo l’allarme di Bernanke sul fiscal cliff. Il primo effetto diretto si ha su Wall Street dove la giornata di contrattazioni di ieri si è chiusa con timidi cambiamenti per tutti i maggiori indici generali.

Per esempio il Dow Jones ha perso lo 0,05 per cento fermandosi a 12.789,74 punti, il Nasdaq è salito soltanto dello 0,2 per cento assestandosi a 2.916,68 punti. Infine lo S&P 500 si è fermato a 1.387,85 punti crescendo soltanto dello 0,07%.

Dall’altra parte dell’oceano, nel Vecchio Continente, le borse sono sembrate più incerte nella reazione a Bernanke. Piazza Affari che era stata la migliore dopo l’annuncio di una serie d’iniziative per la risoluzione dei fiscal cliff, si è ritrovata ad essere la peggiore di tutte.

In realtà i suoi indici come il Ftse Mib è stato fortemente depresso dal titolo Fiat che ha perso il 4,99 per cento del suo valore. Tutti gli altri indici europei, invece, sebbene in modo molto cauto, hanno guadagnato terreno. Il Dax di Francoforte ha recuperato lo 0,69%, il Cac40 di Parigi ha chiuso con un +0,65% e recupera anche lo 0,18% il Ftse 100 di Londra.

In realtà queste performance sono state condizionate molto anche dalla decisione di Moody’s di tagliare il rating della Francia. La situazione di Parigi impensierisce tutta l’Eurozona.

Chi guadagna con il dollaro

 Il fatto che l’euro da un bimestre a questa parte sia debole nei confronti del dollaro, aiuta le aziende italiane ed europee che investono in America a stabilizzare i propri capitali. E’ questo quello che si deduce considerando tre aziende europee spinte negli affari da un dollaro forte.

La notizia non è di quelle più importanti perché in realtà è soltanto una constatazione algebrica. Al rafforzarsi di una moneta corrisponde un maggiore valore attribuito alla stessa. Quindi chi ha investito i propri euro nel campo dei dollari, si ritrova con un capitale maggiore che in passato.

A Piazza Affari questa situazione è evidente se si vanno a spulciare i conti di aziende come Luxottica, Autogrill e Finmeccanica che ricavano parecchio denaro, ed oggi anche di più, da quel che hanno investito in America.

Prendiamo ad esempio Finmeccanica che da circa un anno è – come si dice in gergo – in una fase laterale e, se a dicembre del 2011 era ai livelli minimi di rendimento, oggi si assesta sui livelli massimi riguardo gli investimenti in America, passando dal debutto al 2,56 al consolidamento del 4,50 circa.

I prezzi dovuti alla reazione al comportamento del dollaro dovrebbero alzarsi ancora a stabilizzarsi a livelli che per comodità definiamo record. Una cosa simile accade anche per le quotazioni delle altre due aziende nominate.