CGIA Mestre: il Natale del fisco arriva un po’ prima

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Le tasse di dicembre sono in scadenza, entro il 16 dicembre tantissimi italiani saranno costretti a saldare il conto della TASI e saranno costretti a pagare quel che resta delle altre imposte. È per questo che secondo la CGIA di Mestre, il Natale del fisco arriva un po’ prima. 

Tra ritenute Irpef, Imu, Iva, Tasi, Tari e balzelli vari, entro mercoledì prossimo il fisco incasserà 37,2  miliardi di euro:

“Se per i contribuenti italiani il 16 dicembre verrà vissuto come una giornata campale – segnala il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo –  per l’erario, invece, sarà una festa. Grazie al gettito previsto, possiamo affermare con un pizzico di ironia che per il fisco italiano il Natale arriverà con 9 giorni di anticipo”.

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Secondo le stime elaborate dall’Ufficio studi della CGIA, la scadenza più importante da onorare entro il prossimo 16 dicembre sarà il pagamento delle ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori che ammonterà a 13 miliardi di euro. Molto significativo anche il prelievo dell’Imu sugli immobili strumentali e sulle seconde/terze case: complessivamente l’erario e i Comuni incasseranno 9,6 miliardi.  Dal versamento dell’Iva riferito al mese di novembre, le imprese e i lavoratori autonomi che pagano questa imposta con cadenza mensile dovranno versare al fisco 9,1 miliardi di euro. Tra Tasi e Tari, i Comuni incasseranno rispettivamente 2,3 e 1,8 miliardi di euro. Le ritenute Irpef dei lavoratori autonomi, invece, garantiranno 1 miliardo di gettito, mentre l’imposta sostitutiva della rivalutazione del Tfr farà confluire nelle casse dell’erario 231 milioni di euro. Infine, le ritenute dei bonifici per le detrazioni Irpef daranno luogo ad un gettito di 162 milioni di euro.

“In linea di massima – prosegue Paolo Zabeo – le imprese, i lavoratori autonomi  e i dipendenti subiranno un prelievo di 20,3 miliardi. Tra Iva, Imu, Tasi e Tari, invece, le famiglie saranno chiamate a versare direttamente, o attraverso le imprese come nel caso dell’imposta sul valore aggiunto, 16,9 miliardi di euro. Il peso fiscale in capo alle nostre imprese – conclude Paolo Zabeo – ha raggiunto livelli non riscontrabili nel resto d’ Europa. Nonostante la giustizia sia poco efficiente, il credito venga concesso con il contagocce, la burocrazia abbia raggiunto soglie ormai insopportabili, la Pubblica amministrazione si confermi la peggiore pagatrice d’Europa e il sistema logistico-infrastrutturale registri dei ritardi spaventosi, lo sforzo fiscale richiesto alle nostre imprese è al top”.

 

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