Eurozona, in lieve miglioramento la zona periferica

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 Lo scorso anno ha segnato l’uscita del Eurozona dalla crisi del debito sovrano. I dati economici hanno iniziato a migliorare dai minimi del ciclo, parzialmente grazie agli adeguamenti strutturali intrapresi dai Paesi periferici. 

Nell’estate di quattro anni fa, la crisi Eurozona era nel suo punto cruciale. Gli squilibri di bilancio dei Paesi periferici hanno portato i mercati a dubitare della loro sostenibilità economica e monetaria. Tra il 2010 e il 2011, Grecia, Irlanda e Portogallo hanno dovuto ricorrere ad aiuti finanziari e di conseguenza so no entrati in programmi di adeguamento economico con l’UE e il FMI. Spagna e Italia hanno invece evitato i programmi su larga scala, ma hanno comunque intrapreso un percorso di riforma fiscale e strutturale che è ancora in corso.

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Lo scorso anno ha segnato l’uscita della zona euro dalla crisi del debito sovrano, spiega l’analisi di César Pérez, strategist Emea chief investment di J.P. Morgan Private Bank. I dati economici Eurozona hanno iniziato a migliorare dai minimi del ciclo, parzialmente grazie agli adeguamenti strutturali intrapresi dai Paesi periferici. I mercati hanno fiducia sul fatto che il programma OMT della BCE possa rappresentare una protezione.

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Nel lungo termine, la BCE continuerà a mantenere attivamente i rendimenti bassi a breve e lungo termine. Nei nos tri portafogli, pur essendo sottoesposti sui titoli di Stato e orientati alla breve durata, preferiamo tassi europei, in particolare le obbligazioni sovrane a medio termine di Italia e Spagna. Nel settore azionario, adattamenti operativi dovrebbero consentire alle imprese europee di generare rendimenti forti visto che i loro margini operativi partono da una base molto bassa. Tuttavia, nel lungo termine, dobbiamo ricordare che il percorso strutturale dellaEurozona non è ancora finito. La periferia ha vinto molte battaglie finora, alcune sul fronte politico e altre sul fronte delle riforme istituzionali. Un passo importante per vincere la guerra sarà il rilancio dell’occupazione e della domanda interna. Questo servirà a definire la ripresa europea un vero successo.

 

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