Export, auto e lusso spingono il manifatturiero italiano

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Ci sono buone notizie per quanto concerneย le imprese manifatturiere sia di medie che di grandi dimensioni. Appaiono, invece, in difficoltร  le imprese pubbliche e le impreseย del terziario.

Le altre notizie piรน importanti da rilevare sono: funziona sempre il made in Italy, diminuisce l’occupazione, in particolare degli operai. In sostanza sembra essere questaย la fotografia riguardante l’annoย precedente scattata dall’Ufficio studi di Mediobancaย che analizza nell’indagine sui dati cumulativi l’aggregato di 2055 societร  industriali e terziarie, per le sole attivitร  italiane, escluse dunqueย quelle delle controllate estere.

Una tendenza, si evince dal report, che dovrebbe continuareย anche durante quest’anno con la manifattura in crescita e i servizi in sofferenza. L’anno si รจ dunque conclusoย con una diminuzione delle vendite complessiva del 2,2%: nello specifico, la manifattura segna un +1,1%, con il boom delle imprese di maggiori dimensioni (+4,8%), il terziario -2%; le imprese private -1%, quelle pubbliche -5,7%, per le difficoltร  del settore energetico. In luce le costruzioni (+6,1%) per il boom dei grandi contractor di infrastrutture, su i trasporti (+2,1%) spinti dai noli navali.

Per tutti gli aggregati considerati la costante รจ il buon andamento dell’export (+2,2% complessivo per le 2055 aziende) e il calo del mercato interno (-4,3%). Allargando l’esame alla crisi del 2008, si nota che solo le medie imprese sono tornate ai livelli precedenti (+3,4% il fatturato nel periodo 2008-2014) e tra i vari settori il migliore รจ quello della pelle e cuoio (+33,6% del fatturato) tipica espressione del made in Italy, poi il +26,8% delle costruzioni e il +21,7% del conserviero e il +17,5% delle utilities locali. Giรน le tlc (-24,1%), gli elettrodomestici (-20%), le tv (-13,6%), il petrolifero (-12%).