Ferrari, a gennaio quotazione in Borsa e Piano industriale

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L’assemblea degli azionisti di Fiat Chrysler Automobiles ha decretato quasi all’unanimità lo spin-off della Ferrari dal gruppo.

In assemblea era presente oltre il 57% del capitale, il 67% tenendo in considerazione i diritti di voto speciali e di questi il 98,8% ha votato a favore dello scorporo. Un’assemblea lampo che si è chiusa dopo solo 45 minuti di durata.

La scissione della Ferrari da Fca si configura, secondo l’ad del gruppo, Sergio Marchionne, come l’inizio di un nuovo capitolo per la casa di Maranello. “Siamo fiduciosi”, ha sottolineato il manager italo-canadese, “che si apriranno nuove interessanti prospettive e gli uomini e le donne della Ferrari saranno all’altezza della sfida”. Tra le sfide che Ferrari dovrà affrontare nell’immediato futuro, infatti, figura la successione del ceo, Amedeo Felisa. “Siamo estremamente contenti del management team della Ferrari”, ha commentato Marchionne, rassicurando gli investitori che la questione della successione viene considerata con molta attenzione in casa Fca.

A seguito della separazione della Ferrari dalla capogruppo, comunque, per il top manager “è altamente improbabile” che il gruppo vada incontro ad altre operazioni di scorporo dei brand in portafoglio. “Il livello di interazione con gli altri marchi è così alto che è altamente improbabile”, ha detto, precisando che la Ferrari è stata “un caso unico”.

Si è dunque concluso il secondo step del processo di quotazione del Cavallino Rampante a Wall Street. Ora il prossimo passo sarà la quotazione a Piazza Affari il 4 gennaio, come rivelato già nei giorni scorsi da MF-Milano Finanza. Il debutto ci sarà in occasione della prima seduta di scambi del 2016 se, ha sottolineato Marchionne, “arriva il via libera Consob ma credo che sia stato già ottenuto”.

E il prossimo anno, a gennaio, è atteso anche l’aggiornamento del piano industriale, per il quale il top manager ha escluso possibili variazioni degli obiettivi, mentre cambierà il mix di prodotti e mercati che dovranno tener conto dell’evoluzione della domanda a livello globale.

 

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