Fisco, l’abolizione di Imu e Tasi dimezza il gettito

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L’annuncio estivo di Matteo Renzi di ridurre le tasse sulla prima casa è stato seguito da numerose opioni provenienti da economisti e istituzioni sull’opportunità o meno di agire su un’imposta di tipo patrimoniale, piuttosto che andare subito a cercare di tagliare il costo del lavoro o il cuneo sulle attività produttive.

Dalla Ue alla Corte dei Conti, tutti rammentano che proprio l’incidenza del fisco sul patrimonio è quella meno avversa alla crescita economica, che viceversa è zavorrata da tasse sul lavoro e sulle imprese. Ed è per questo che non sono mancate le critiche agli annunci del governo, che spera di agire – come accaduto con il bonus Irpef – sui consumi (oltre che sugli elettori).

Cosa succederà con l’abolizione di Imu e Tasi?

Con l’abolizione della Tasi attesa nella prossima stabilità si andrà ad interrompere una tendenza degli ultimi lustri, cioè dello spostamento del carico fiscale verso il patrimonio. A ribadire il concetto sono oggi i calcoli della Cgia di Mestre, secondo la quale l’anno scorso le imposte patrimoniali sono costate agli italiani la cifra record di 48,6 miliardi di euro. Negli ultimi 25 anni, la loro incidenza sul Pil è raddoppiata, mentre in termini assoluti il gettito è aumentato di quasi 5 volte. Secondo l’associazione degli artigiani, se quest’anno si attende un gettito stabile, dal 2016 dovremmo registrare una decisa inversione di tendenza: “Se il governo confermerà l’abolizione delle tasse che gravano sulla prima casa, dell’Imu agricola e quella sugli imbullonati  – commenta Paolo Zabeo – nel 2016 dovremmo risparmiare 4,6 miliardi di euro: vale a dire uno sconto che sfiora il 10 per cento”.

La ricognizione riguarda una quindicina di ‘patrimoniali’, anche se “le due imposte che gravano sulle abitazioni e sugli immobili strumentali, ovvero Tasi e Imu, garantiscono oltre la metà del gettito complessivo. L’anno scorso, ad esempio, per onorare questi due tributi famiglie, imprese e lavoratori autonomi hanno versato ben 24,7 miliardi di euro”, spiega ancora Zabeo. Le imposte patrimoniali sono quelle che di fatto gravano sulla ricchezza posseduta dalle persone in un determinato momento. La ricchezza è intesa in senso ampio e comprende i beni immobili (case, terreni), i beni mobili (auto, moto, aeromobili, imbarcazioni), gli investimenti finanziari e altro.

 

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