Fisco, maggiori indagini sui conti correnti

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I Conti correnti non avranno più segreti per il Fisco. Entro il prossimo martedì 30 giugno, infatti, banche e operatori finanziari avranno l’onere di comunicare all’Anagrafe tributaria i dati sulla giacenza media di tutti i conti correnti riferita al 2014.

Le informazioni finiranno nell’archivio telematico dell’Inps e saranno utilizzate direttamente per il calcolo dell’Isee. Chiunque deciderà di presentare la domanda per avere l’attestazione del reddito familiare, per accedere alle prestazioni sociali agevolate o avere lo sconto sulle tasse universitarie, non dovrà quindi più autocertificare l’ammontare delle somme depositate in banca, in quanto i dati saranno acquisti a monte. E partiranno i controlli sulle dichiarazioni del passato.

E’ stata la riforma dell’Isee, entrata in vigore a gennaio, ad imporre l’obbligo di riportare anche la giacenza media dei depositi al momento della richiesta dell’attestazione del reddito, in modo da poter incrociare i dati dei richiedenti con i conti bancari. La giacenza media è l’importo delle somme a credito nel corso dell’anno sul conto corrente, suddivise in base al numero dei giorni. In pratica si ottiene sommando i “numeri creditori totali” riportati negli estratti conto in maniera da coprire tutto l’anno (ad esempio, se si ricevono estratti conto trimestrali, il primo estratto riporta i numeri creditori totali dal 1° gennaio al 31 marzo, il secondo dal 1° aprile al 30 giugno e così via) e poi dividere questo importo per 365.  Anche se fino a ieri era sufficiente calcolare da sé e indicare questo dato, la sua introduzione come deterrente contro i “falsi poveri” ha avuto successo, come emerge anche da uno studio della Cisl  sui i dati trimestrali del nuovo Isee presentati  dal Ministero del lavoro, che offrono una fotografia delle dichiarazioni decisamente molto diversa dal passato.

 

 

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