L’esercito dei freelance

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 Secondo il “The Economist” sono i lavoratori della “nuvola”. Un vero e proprio esercito di freelance dell’economia globale mette a disposizioen del lavoro all’interno di un luogo di mercato digitale diffuso da siti quali oDesk , Elance e Mbo Partners .

Chi li ha fondati, come Gary Swart, ceo di oDesk, sostiene che l’impiego tradizionale non tornerà mai ai livelli pre-crisi e che, comunque vada, i datori di lavoro non potranno più concedersi il ‘lusso’ di assumere dipendenti.

Fabio Rosati, presidente e ceo di Elance, rammenta che fornire lo spazio fisico a un lavoratore può costare fino 10mila dollari a persona all’anno, un importo che si trasforma in grande risparmio quando il talento si può ingaggiare al momento del bisogno. Anche le grandi corporation come Ibm e Yahoo! ricorrono a collaboratori che possono assumere e licenziare al bisogno.

Daniel Pink, autore del saggio “Free agent nation, the future of working for yourself” l’aveva prefigurato già nel 2002 e adesso evidenzia il modo in cui le cause di questo fenomeno si siano moltiplicate negli ultimi tempi.

La tecnologia, infatti, ha diffuso maggiormente le piattaforme e le infrastrutture per collaborare. La tendenza è frutto anche di un cambio di mentalità più ampio. “Siti come Aibnb.com, – fa notare Sara Lacy, fondatore di PandoDaily.com , che fornisce news della Silicon Valley – hanno dimostrato che si possono trasformare degli asset in fonti di reddito». Amazon.com ci ha messo del suo, aggiunge ancora Rosati: “Ha insegnato che acquistare online sia una migliore esperienza di un negozio fisico e questa nuova mentalità abbraccia anche il talento, soggetto a una relazione on-demand”.

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