La Germania ignora i richiami Europei. L’export vola ancora alto

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Non interessano né le richieste del Fondo monetario internazionale (Fmi), né della Commissione europea e di economisti critici, di importare di più per aiutare i paesi più deboli in Europa. I dati diffusi dallo Statistisches Bundesamt, l’Ufficio federale di statistica della Germania, dicono che, per la prima volta in assoluto nella storia, l’export tedesco ha toccato e di poco superato il valore   di 100 miliardi di euro nel solo mese di luglio. Gli  incassi dell’export, per la precisione, a luglio sono aumentati dell’8,5 per cento riguardo allo stesso periodo dello scorso anno, a 101 miliardi di euro. Si tratta di un record storico, cui ha contribuito soprattutto l’industria automobilistica, dicono all’ufficio di statistica della Germania. E associano un altro dato fondamentale: il surplus della bilancia commerciale, con 23,4 miliardi di euro, ha anch’esso toccato un nuovo record storico.

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In aumento sono le exportazioni nell’Eurozona, del 6,2 per cento, quelle in paesi europei fuori dall’area euro (economie forti tipo Polonia, Svezia, Regno Unito) che aumentano perfino del 16 per cento, e quelle sui mercati extraeuropei aumentate del 7,2 per cento. In luglio in confronto a giugno l’export tedesco è aumentato del 4,7 per cento, un tasso di aumento che è il massimo storico dal maggio 2012. Le importazioni sono crollate, scendendo di un meno 1,8 per cento.

Le cifre diffuse dallo Statistisches Bundesamt evidenziano che la Germania ha tutto l’interesse a continuare a ignorare raccomandazioni, richieste, pressing fatte dal Fmi, dalla Banca mondiale, da Bruxelles, dai partner nell’eurozona, per un riequilibrio del suo commercio così che maggiori import tedeschi sorreggano i paesi più deboli.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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