Giappone, contrazione dell’economia

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E’ una crisi globale. Va dalla Grecia al Giappone, passando per una Cina impegnata a svalutare la propria valuta.

Durante la settimana centrale delle vacanze estive gli scambi dei principali listini europei non sono a pieno regime e sono sufficienti poche oscillazioni per determinare l’umore delle sedute, gli spunti di rilievo però non mancano. Alla vigilia di Ferragosto l’Eurozona ha dato il via libera al piano di salvataggio di Atene da 86 miliardi, ma per lo sblocco dei fondi è necessario il voto positivo del Parlamento tedesco mercoledì prossimo: l’esito positivo pare scontato, ma il passaggio sarà fondamentale per far capire a Bruxelles e alla cancelliere Angela Merkel quanto si sia allargato il fronte dei falchi.

Attualmente i mercati si concentrano sul Giappone dove il Pil è calato nel secondo trimestre dello 0,4% su base congiunturale e dell’1,6% su base annualizzata. Un dato migliore delle attese, ma che conferma le previsioni di un rallentamento del’economia, dovuto a bassi consumi, esportazioni e investimenti. A questo punto sono sempre più probabili nuove misure di stimolo all’economia da parte della Banca centrale giapponese: una mossa che potrebbe servire anche a bilanciare la stretta monetaria, negli Usa, allo studio della Federal Reserve, a partire dal mese prossimo. Una prospettiva che ha spinto la Borsa di Tokyo a chiudere in rialzo dello 0,49%.

Intanto a Pechino proseguono le manovre della Banca centrale cinese sullo yuan: dopo le tre svalutazioni consecutive che la scorsa settimana hanno hanno spiazzato investitori mercati di tutto il mondo, oggi, i banchieri dell’ex impero celeste sono intervenuti per alzare dello 0,01% il valore della moneta rispetto al dollaro. Insomma, in attesa che i cambi siano in grado di autoregolarsi, come auspicato dal Fondo monetario internazionale, Pechino continua a vigilare sulle valute per fermare il rallentamento dell’economia cinese.

 

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