Gli accantonamenti pesano sulla trimestrale Telecom

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Gli accantonamenti pesano sulla trimestrale di Telecom Italia riducendo l’utile. Il periodo, pertanto, si è chiuso con profitti per 29 milioni euro.

Sui conti del gruppo pesano quindi 399 milioni di euro di oneri non ricorrenti per partite connesse principalmente a contenziosi e sanzioni regolatorie. Lo si legge in una nota in cui si comunicano i  risultati del periodo e si evidenzia che in assenza di tali impatti l’utile sarebbe risultato di oltre 650 milioni di euro.

Telecom manda quindi in archivio i primi sei mesi dell’anno con ricavi pari a 10,1 miliardi di euro (-3,3% in termini organici) con un’ebitda pari a 3,6 miliardi (-15,8%) ed ebit a 1,78 miliardi (-19,9%). In particolare, ricorda l’ex monopolista “alcune partite hanno natura meramente valutativa e contabile che non generano alcuna regolazione finanziaria, connesse in particolare alla valutazione al fair value dell’opzione implicita inclusa nel prestito obbligazionario a conversione obbligatoria emesso a fine 2013, con durata triennale”. Il flusso di cassa della gestione operativa è positivo per 701 milioni di euro (1.044 milioni di euro nel primo semestre 2014) e risente in particolare della stagionale dinamica degli esborsi relativi al fatturato passivo dell’ultimo trimestre dell’esercizio precedente.

Soddisfatto l’ad Marco Patuano che sottolinea “il marcato miglioramento delle performance del mercato domestico” pari a 7.375 milioni di euro (-2,5%) in crescita di 113 milioni di euro rispetto al primo trimestre 2015, con performance positive sia nel mobile sia nel fisso. “Stiamo mantenendo le promesse: abbiamo investito oltre 2 miliardi per lo sviluppo della banda ultralarga, con un incremento del 25,7%. Siamo certi che grazie anche al nostro impegno l’Italia potrà raggiungere gli obiettivi dell’Agenda Digitale e giocare da protagonista in Europa”, ha detto il presidente di Telecom Giuseppe Recchi.

 

 

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