Mari in sovraffollamento a Ferragosto

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Si sa, a Ferragosto gli italiani preferiscono la spiaggia. A seguito di anni di crisi torna il binomio più amato dagli italiani: la vacanza e la sabbia.

E così per il momento più importante delle “ferie nostrane”, di fatto le due settimane centrali di agosto, si prospetta un vero sovraffollamento lungo il litorale della Penisola con una crescita sostenuta di presenze e soggiorni. Circa 500 aderenti alla Cna Balneatori di cinquanta località marine italiane, evidenziano infatti un aumento delle presenze dell’ordine del 25% in più dell’anno scorso.

Tra i motivi dell’affollamento in riva al mare, “anche i prezzi contenuti, se non diminuiti, nei confronti della stagione 2014” dicono gli operatori che hanno partecipato all’indagine. “Gli aderenti alla Cna Balneatori interpellati – spiega il responsabile nazionale Cristiano Tomei – hanno segnalato una crescita delle presenze, omogenea sul territorio nazionale, nell’ordine del 25 per cento rispetto a un anno fa. I risultati della stagione in corso potrebbero addirittura superare le performance del 2012, la migliore degli ultimi anni”.

L’aumento dei turisti sulle spiagge italiane rispetto a un anno fa viene previsto tra il 20 e il 30 per cento, anche se va tenuto conto delle pessime condizioni atmosferiche del 2014. Le migliori performance sono attese in Abruzzo ed Emilia-Romagna. Aumenti consistenti si annunciano anche in confronto alle stagioni 2013 e 2012: vanno dal 15 per cento (Friuli-Venezia Giulia, Molise, Veneto) al 25 per cento (Abruzzo, Emilia-Romagna, Puglia, Sicilia).

E non si tratta – evidenzia ancora la Cna Balneatori – solo di turismo mordi-e-fuggi: crescite significative sono previste anche per i soggiorni più lunghi. Le permanenze tra 7 e 10 giorni sono attese in aumento, rispetto al 2014, tra il 20 e il 30 per cento, con picchi in Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Puglia, Sardegna, Sicilia, Toscana. Lievemente inferiori le previsioni positive per i periodi di 10/15 giorni di presenza, che segnalano incrementi tra il 10 e il 20/25 per cento (Calabria, Puglia, Sardegna, Sicilia).

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