Home staging e hospitality staging: cosa sono e quali sono le differenze

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Il mondo delle strutture alberghiere è cambiato e non di poco. Un processo di evoluzione che è stato indispensabile anche pensando al cambiamento che si è avuto per quello che riguarda gli ospiti, le loro esigenze e quello che cercano da una struttura alberghiera. 

Un pubblico sempre più esigente ha richiesto una particolare attenzione per i dettagli. Riuscire a catturare l’attenzione di ogni singolo cliente che entra in struttura è indispensabile affinché il volume d’affari cresca attraverso il passaparola e la costruzione della propria reputazione online

Il senso di accoglienza di una struttura, dovrebbero essere lo stesso di una casa. Quindi occorre evitare mobili vecchi, un arredo non adatto, colori spenti, disordine. Questi sono i principi che sono alla base della home staging, da cui poi è stata elaborata ed applicata l’hospitality staging. 

Cosa sono l’home staging e l’’Hospitality staging

Quando si parla di home staging, come spiegato anche da Revenue Team di Franco Grasso, ci si riferisce a una disciplina in grado di valorizzare la casa e quindi renderla molto più attraente per gli eventuali acquirenti. Una modo di lavorare che nasce negli anni ‘70 e che viene utilizzata ancora oggi, in maniera costante, dalle agenzie immobiliari negli Stati Uniti. 

La filosofia che sta alla base dell’Home Staging è molto semplice. Sostanzialmente si è convinti che, creando un atmosfera gradevole all’interno dell’abitazione, gli acquirenti saranno in grado di vederne i punti di forza. Inoltre si riusciranno anche a nascondere quelli che sono i punti deboli permettendo alle persone che la visitano di apprezzarla a pieno. 

Da tale concezione è stata elaborata l’hospitality staging che per il settore degli albergatori probabilmente è stata una vera e propria rivoluzione. 

Quindi mentre l’home staging è indispensabile per il settore della vendita immobili, l’hospitality staging viene applicato al settore turistico. In buona sostanza si vanno a valorizzare tutti gli ambienti della strutture ricettive, per dare all’intero hotel un aspetto piacevole e confortevole per il cliente. 

In buona sostanza si tratta di un vero e proprio strumento di marketing, che permette di ampliare la fetta di persone che decidono di prenotare presso una determinata struttura piuttosto che un’altra. 

Un lungo lavoro

L’applicazione dell’hospitality staging richiede un lavoro lungo e minuzioso, volto a migliorare l’accoglienza e l’aspetto degli ambienti. Gli esperti del settore in genere iniziano con un sopralluogo in grado di evidenziare quelli che sono gli elementi da migliorare. 

Solo dopo aver elaborato una visione di insieme si passa al decluttering quindi a una selezione di quelli che sono gli oggetti da tenere e quelli che appesantiscono l’ambiente. In tale ottica, la regola da seguire sempre è quella del less is more

A questo punto è il momento del vero restyling e quindi della valorizzazione dell’immagine di ogni singolo ambiente della struttura. Si scelgono i colori, per creare un ambiente gradevole a livello estetico, senza dimenticare che ogni colore ha un certo impatto sull’umore e sul benessere psichico delle persone. Altro elemento fondamentale è l’illuminazione che ha un ruolo cruciale per la creazione di quella che è la giusta atmosfera. I punti luce non servono solo ad illuminare, ma anche a far sembrare l’ambiente più curato ed accogliente. 

Un lavoro lungo, proprio come dicevamo all’inizio, che in alcuni casi richiede l’intervento di persone specializzate, che siano in grado di sfruttare al meglio le possibilità estetiche e funzionali dell’ambiente. 

A volte con delle semplici accortezze la struttura cambia completamente volto, divenendo molto più piacevole per gli avventori. Questo li porterà a lasciare recensioni positive sulla struttura collaborando a quella che è la reputazione dell’hotel. Una sorta di lunga catena che porta inevitabilmente all’aumento del tasso di occupazione e dei guadagni. 

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