I cinque punti chiave della riunione Bce

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A sei settimane dall’ultima riunione del 3 giugno, e soprattutto dopo le forti turbolenze sui mercati finanziari provocate dalla situazione greca (con l’Eurotower che ha giocato un ruolo determinante), Mario Draghi e i suoi tornano a riunirsi oggi.

Quali saranno gli items fondamentali del meeting?

1. Prestiti di emergenza

Con la crisi del debito pubblico greco e i titoli garantiti dallo stato inutilizzabili per i prestiti regolari della Bce, le banche greche si sono largamente affidate all’erogazione della liquidità d’emergenza (ELA), che passa attraverso la banca centrale greca in funzione di normative sulla garanzia più flessibili.
La possibilità che la Bce torni ad aprire i rubinetti dipende sostanzialmente dal parlamento greco, che si è incontrato mercoledì per votare un pacchetto di riforme economiche e di misure di austerity. Con l’approvazione, e se i governi dell’Europa troveranno miliardi di euro di finanziamento di breve periodo per aiutare Atene a coprire il debito con la Bce e il Fmi, allora il limite massimo dell’ELA potrà nuovamente essere aumentato.

2. 20 luglio

È una data fondamentale, ovvero la scadenza per la Grecia del rimborso di 3,5 miliardi di euro in bond emessi dalla Bce più gli interessi. Se Atene fosse insolvente, la Bce potrebbe essere obbligata a restringere ulteriormente l’ELA, gettando il Paese nel caos. Ma potrebbe esserci una soluzione: un importante funzionario della Commissione Europea mercoledì ha presentato un piano che trasmetterà rapidamente ad Atene della liquidità utilizzando un fondo di salvataggio dell’Unione esistente.

3. Bce e politica

La decisione di congelare l’ELA ha conferito la massima urgenza per Atene e i suoi creditori alla ricerca di un accordo. Ma ha anche scatenato le rimostranze dei circoli accademici sul rischio che la Bce oltrepassi i propri confini, entrando nella confusione della politica. Sta a Draghi difendere la Bce in quanto istituzione fondata sul diritto e mettere in evidenza il già considerevole sostegno concesso alle banche greche.

4. Politica monetaria

I vertici della Bce hanno chiarito di essere pronti a rispondere con gli strumenti già esistenti, o con la creazione di nuovi, in caso il contagio greco minacciasse l’eurozona. Finora, questo non è accaduto; i rendimenti delle obbligazioni sono tuttora bassi in Italia e in Spagna e la domanda di prestito nel settore privato sembra in crescita. Tuttavia, Draghi probabilmente enfatizzerà la volontà della Bce di fare di più se necessario, e ripeterà che il Qe continuerà fino a settembre 2016 e forse oltre.

5. Prospettive economiche

Gli ultimi dati suggeriscono che la ripresa dell’eurozona è continuata nel secondo trimestre, sia pure a un andamento modesto. Inoltre, il rischio di deflazione si è affievolito, per quanto l’inflazione annuale, allo 0,2%, resti molto sotto il target della Bce del 2% circa. Questo suggerisce la continuazione delle politiche di easing in futuro.

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