Il Codacons chiede a Renzi di annullare l’aumento delle accise sulla benzina

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 Da sabato arriva un nuovo aumento dell’accisa sulla benzina e sul gasolio, uguale a 0,24 centesimi al litro, che, considerando l’Iva al 22% si configurano pari a 0,2928 centesimi al litro: si tratta di una misura di politica economica vecchia secondo il Codacons. L’associazione nazionale dei consumatori ora si aspetta che venga annullata dal Governo Renzi.

La novità di Renzi

Sono parole pesanti quelle lette in una nota del Codacons. Per l’associazione dei consumatori “e’ il momento di finirla di considerare gli automobilisti come polli da spennare e cominciare a tassare nel rispetto del criterio della capacità contributiva. Insomma, piu’ hai piu’ paghi, non piu’ viaggi piu’ paghi, visto che ormai non si viaggia piu’ per piacere ma per lavoro. Peraltro il gettito previsto per questa misura e’ talmente basso che certo non ne risentiranno le casse dello Stato”. “Inoltre – continua la nota del Codacons – sarebbe una bella novità se il nuovo Governo attuasse finalmente un provvedimento promesso da oltre 10 anni, un meccanismo che sterilizzi l’aumento dei prezzi dei carburanti evitando che la doppia tassazione accise + Iva si traduca in una stangata eccessiva a fronte di aumenti del petrolio”.

> Benzina: più pressione fiscale con l’aumento delle accise

Analisi

Saranno molto significativi gli aumenti delle accise sul carburante che scatteranno da sabato. C’è da dire che secondo Assopetroli Assoenergia quello che succederà dall’1 marzo 2014 fino al 31 dicembre 2018 cambierà nuovamente e radicalmente le finanze dei cittadini italiani, che al netto delle addizionali regionali subiranno una pressione fiscale mediante l’incremento delle accise sui carburanti per autotrazione di ben 1,18 miliardi di euro, ai quali dovranno essere sommati altri 260,26 milioni di euro di Iva (calcolata sulle accise) per un valore totale di circa 1,44 miliardi di euro.

 

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