Il piano anti-spreco del Governo: premi alle aziende che regalano cibo

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Avrà inizio dall’Expo dell’alimentazione la lotta contro gli sprechi di cibo. Mentre i sacchi dell’immondizia si gonfiano come le file davanti alle mense dei poveri, dall’Esposizione milanese il governo presenterà il progetto “Spreco zero”. Un piano che vuole “accelerare ” questa lotta. E che inizia dai numeri dello scandalo e del paradosso.


Ogni anno, in Italia si recuperano 550mila tonnellate di prodotti che non possono essere più venduti ma sono ancora commestibili. Altri 5,5 milioni di tonnellate, però, finiscono nelle discariche. E sono questi gli scarti che, adesso, si punta a ridurre. Raddoppiando la quantità di alimenti “salvati” e distribuiti a chi ha bisogno. “Entro la fine del 2016 vogliamo portare a un milione le tonnellate di cibo recuperate e donate agli indigenti. Siamo pronti a semplificare le leggi per rendere le donazioni più convenienti per chi produce e distribuisce”, dice il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina. Che a Expo, insieme al sottosegretario all’Economia Paola De Micheli, oggi riunirà il “coordinamento per gli indigenti”, un tavolo di lavoro con istituzioni, enti caritatevoli, industria alimentare e grande distribuzione, e presenterà la strategia in più mosse.
Con la Carta di Milano (il documento che racchiude i contenuti dell’evento), Expo ha fatto del “non sprecare” una sorta di comandamento ideale.
Che ora, però, deve diventare il più possibile concreto. Dalla Francia è arrivato un segnale forte: una legge che sostanzialmente istituisce per i supermercati il “reato di spreco”. L’Italia punta su un modello diverso, da rafforzare. Il governo vuole approvare  –  “il più presto possibile “, spiega Martina, già questa estate  –  una norma che renda più conveniente far arrivare i prodotti a chi ha bisogno. Oggi, se un’azienda vuole distruggere cibo non più in vendita deve seguire adempimenti burocratici quando il valore della merce è superiore a 10mila euro.

 

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