Imprese, risparmiati 60 milioni grazie a mediazioni camerali

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Siamo dinanzi a un storico per ciò che concerne le mediazioni effettuate dalle Camere di Commercio e un risparmio per cittadini e imprese quantificato in oltre 60 milioni di euro.

Stando ai dati diffusi dall’Osservatorio Unioncamere sulla mediazione e la conciliazione, nel 2014 i 102 sportelli camerali sparsi sul territorio nazionale hanno ottenuto poco più di 20mila domande di mediazione, ovvero il 21% di tutti i procedimenti depositati lo scorso anno presso gli organismi iscritti nell’apposito registro del ministero della Giustizia.

In virtù del dato record del 2014, le domande gestite dalle Camere di Commercio dal marzo 2011, quando per alcune materie è stato inserito l’obbligo di effettuare un tentativo di mediazione tra le parti prima di ricorrere in tribunale, hanno superato quota 63.500. Scendendo nel dettaglio, i contratti bancari continuano ad essere il principale pomo della discordia in sede civile, con una percentuale che sfiora il 20% di tutte le domande di mediazione. Contratti assicurativi, successioni ereditarie e contratti finanziari sono invece le tipologie che creano meno litigi.

Al di là della enorme mole di lavoro disciplinata dalle Camere di Commercio, ciò che viene maggiormente evidenziato, secondo Unioncamere, è il numero di tentativi di conciliazione andati a buon fine: oltre 2mila controversie si sono risolte in 42 giorni con un accordo gratificante per entrambe le parti in causa, con un risparmio complessivo di 60 milioni di euro. Si tratta infatti di una procedura vantaggiosa dal punto vista economico. Basti pensare che tutti gli atti relativi al procedimento di mediazione sono esenti dall’imposta di bollo e da ogni altra tassa e che, per di più, in caso di successo della mediazione, le parti in causa beneficiano anche di un credito di imposta fino a 500 euro per il pagamento delle indennità dovute all’organismo di mediazione.

Ciò nonostante, l’Osservatorio Unioncamere rileva come il numero delle mancate comparizioni sia ancora elevato: il 60% degli aderenti al procedimento di mediazione, quando quest’ultimo giunge a definizione, non si presenta. Un peccato, soprattutto se si pensa che, quando invece la controparte partecipa all’incontro, una volta su tre l’accordo si chiude positivamente.

 

 

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