In Italia il costo del lavoro è troppo alto

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La ripresa nel nostro Paese è lenta anche per via del costo del lavoro ancora troppo alto rispetto alle retribuzioni. Lo spiega l’OCSE nel suo ultimo rapporto. 

La struttura economica italiana dell’Osce è ancora fragile:

“la crescita della produttività resta debole e nonostante il rallentamento della crescita del costo unitario del lavoro dall’inizio della crisi, la crescita complessiva di tale indicatore resta tra le più alte dell’area euro”.

Stime di crescita Italia, OCSE predica prudenza

L’Ocse ha comunicato con questo messaggio i dati principali riferiti all’ultimo trimestre e relativi al costo del lavoro. Nei 34 Paesi aderenti all’organizzazione, il costo unitario del lavoro in media è salito dello 0,1% nel secondo trimestre, come nei primi tre mesi dell’anno. C’è stato anche un aumento dei costi di retribuzione dello 0,5%, e un aumento dello 0,4% della produttività (Pil per persona occupata). Ma i dati essenziali riferiti al nostro Paese li sintetizza Repubblica che partendo dai dati OCSE scrive:

OCSE conferma crescita Italia

L’Italia si segnala, per altro, con un calo del costo unitario del lavoro dello 0,7% (dopo +0,5% nei primi tre mesi), che deriva da un calo dei costi salariali per occupato pari a -0,6% (dopo +0,8%) e da un aumento della produttività pari a +0,1% (dopo +0,3%). Nella zona euro, il costo del lavoro è salito dello 0,1%, in rallentamento rispetto a +0,2% nel primo trimestre, per effetto di un aumento dei costi salariali di +0,1% (dopo +0,5%), mentre la produttività è stata piatta (dopo +0,3%).

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