Intesa Sanpaolo, il cambio di Governance è ufficiale

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Gli azionisti di Intesa Sanpaolo hanno approvato con la quasi massima maggioranza dei voti il nuovo statuto sociale della banca, che introduce il sistema monistico con l’addio al duale.

I voti a favore sono stati pari al 98,95% dei presenti, i contrari lo 0,75%, gli astenuti lo 0,28%. “E’ la prima volta che anche Marco Bava vota a favore”, ha dichiarato Giovanni Bazoli a proposito del voto del piccolo azionista. All’assemblea ha partecipato il 62,7% del capitale: 39,10% istituzionali internazionali, 23,60% fondazioni.

“Sono molto soddisfatto del nuovo modello di governance, è stato approvato con il 98,9% del capitale presente ed è quindi ampiamente condiviso dalla stragrande maggioranza di chi ha investito in questa società” ha dichiarato il presidente del consiglio di gestione, Gian Maria Gros-Pietro, mettendo in luce poi il fatto che “la cosa più importante è che le tre funzioni fondamentali, strategica, di gestione e di controllo siano riunite in un unico organo compatto. Il futuro cda dovrà gestire per conto di tutti i soci. In qualunque modo saranno formulate le liste, coloro che saranno eletti dovranno avere presente che gestiscono a nome di tutto il capitale”.

L’assemblea del 27 aprile sarà quindi chiamata ad eleggere il nuovo consiglio d’amministrazione: “Mi auguro e raccomando che siano rispettati i criteri stabiliti e che si cerchi di scegliere le persone di maggiore qualità anche dal punto di vista morale” ha detto Giovanni Bazoli, presidente del consiglio di sorveglianza spiegando che “il sistema monistico richiede ancora di più qualità speciali. Invito gli azionisti a fare le scelte migliori”. Il ritorno al sistema monistico secondo Bazoli dovrebbe favorire anche i soci istituzionali che sono già i “due terzi del nostro azionariato. Hanno più dimestichezza con il sistema monistico che è il modello più utilizzato dalle banche anglosassoni. Quindi anche da questo punto di vista la scelta di governance si attaglia molto bene al fatto che i fondi istituzionali stranieri si trovino più a loro agio. La loro presenza nel board ora è ora più facilitata”.

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