La finanza scossa dallo scandalo Bloomberg

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 Il New York Post, da sempre, si occupa di scandali di tutti i tipi, anche inerenti il mondo della finanza. Peccato che goda della fama di quotidiano scandalistico e poco affidabile. Qualche mese fa, nel mirino dei suoi giornalisti, è finita la società Bloomberg che fornisce servizi e informazioni finanziarie agli abbonati della Goldman Sachs.

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I giornalisti di Bloomberg sarebbero stati accusati di usare delle informazioni riservate, di proprietà della banca, per scrivere i loro articoli. Queste informazioni sarebbero state reperite con il monitoraggio dei Bloomberg Terminal, cioè i computer che sono forniti ai clienti dell’azienda per la gestione dei loro servizi finanziari, compresi compravendite di titoli e operazioni di altra natura.

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Questo sistema fraudolento era stato messo a nudo dalla Goldman Sachs stessa. O meglio, la banca d’affari aveva evidenziato che un giornalista di Bloomberg aveva chiesto delle informazioni troppo particolari alla banca, si era informato cioè su un partner della società che sembrava aver abbandonato gli affari, visto che non c’erano login recenti al suo terminale.

Un’ingenuità che ha comportato una semiconfessione della Bloomberg. L’agenzia si è scusata per il comportamento del giornalista ma ha dovuto anche indagare se la pratica incriminata fosse opera di un singolo dipendente o se al contrario fosse perpetrata da tutti gli altri.

 

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