L’Argentina e il terzo swap

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 Il fatto che il tetto del debito USA sarà raggiunto ad ottobre invece che a novembre come speravano gli analisti, è motivo di apprensione per gli investitori internazionali che in queste settimane avevano creduto molto negli States trasferendovi i soldi prima impiegati nelle economie emergenti.

Eppure c’è un altro paese che è alle prese con il debito pubblico e che stenta a fare capolino sulla stampa finanziaria internazionale. Parliamo dell’Argentina e della storia infinita legata ai suoi tango bond. Il presidente argentino, infatti, Cristina Kirchner, ha detto di avere intenzione di ristruttura ancora il debito del suo paese.

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Lo strumento privilegiato per l’impresa è lo swap dei tioli per i creditori che al momento possiedono il 7 per cento dei tango bond e che fino a questo momento non hanno preso parte ai piani di ristrutturazione già lanciati dal governo, dopo la bancarotta del 2001.

La decisione del presidente argentino arriva in un momento molto particolare per il paese. Pochi giorni fa infatti, l’Argentina è stata obbligata a risarcire integralmente tutto il capitale nominale dei tango bond andati in default, dopo una decisione storica della Corte d’Appello di New York che ha dato ragione ai fondi speculativi che detenevano lo 0,45% del debito argentino.

Adesso moltissimi risparmiatori potrebbero intraprendere la stessa strada e l’Argentina potrebbe dover tirare fuori ancora soldi dopo i 1,33 miliardi di dollari legati alla sentenza.

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