L’aspetto economico del merito: il caso dei vincitori e idonei del concorso a cattedra

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 In politica si parla spesso di merito e meritocrazia rilevando come in Italia manchi, in un certo senso, questo aspetto della cultura che invece nei Paesi anglosassoni e negli Stati Uniti è un elemento cardine. Il merito, spesso, ha un valore economico per la pubblica amministrazione e per lo Stato in generale, laddove premiare i più meritevoli significa assicurarsi competenze e migliorare la funzione del settore pubblico.

Molto spesso, però, un meccanismo irrazionale sembra impossessarsi della politica e della gestione della cosa pubblica. Prendiamo il caso della scuola e del concorso a cattedra.

Nel 2012, dopo 13 anni, il ministero dell’Istruzione lancia un concorsone. Tre prove molto dure per gli aspiranti docenti e un anno di studio. Poi tra ritardi e scarsa organizzazione arrivano le graduatorie. Pochi dei vincitori avvranno però il ruolo quest’anno e, soprattutto, per gli idonei non è previsto da bando lo scorrimento della graduatoria per i prossimi tre anni o comunque fino al prossimo concorso. Una possibilità che è prevista dal Testo Unico, cioè il riferimento legislativo più importante per la scuola.

In tutta la pubblica amministrazione, lo scorrimento delle graduatorie permette di raggiungere due obiettivi: assicurarsi i migliori duramente selezionati, in caso di bisogno e per i prossimi tre anni; evitare le spese di un altro concorso. La scuola, però, sembra essere un mondo a parte. Ma perché?

 

Nessun taglio a scuola, istruzione e ricerca

 

Sarà per il potere a volte eccessivo dei sindacati, ma la scuola dovrebbe premiare il merito sia per migliorare l’offerta formativa ed educativa sia per risparmiare sui costi.

La scorsa settimana i docenti vincitori e idonei del concorso a cattedra sono scesi in piazza per rivendicare i loro diritti. Tra questi c’era chi, ad esempio, è arrivato 16° su 6.000 candidati, ma siccome i posti a disposizione erano 15 si ritrova escluso dal ruolo, senza la possibilità di rientrare per scorrimento della graduatoria e senza il riconoscimento dell’abilitazione all’insegnamento. Il vincitore che gli sta davanti ha totalizzato 0,2 punti in più rispetto a lui. Una pubblicazione che ha cambiato due vite di due persone entrambe meritevoli: la prima ha un lavoro che gli spetta e può fare l’insegnante; la seconda deve ricominciare da capo dopo avere dimostrato di essere competente e tra i migliori per quel ruolo.

Ambiguità di un sistema che non premia il merito e che non ha imparato a ottimizzare costi e risultati.

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