Lavoro domenicale, la rivolta dei sindacati in Francia

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La Francia finisce nell’occhio del ciclone. Scoppia la polemica riguardante il lavoro nel giorno di festa, la domenica.

I sindacati sono infatti sul piede di guerra a Parigi dopo l’entrata in vigore della nuova legge sul lavoro di domenica nel commercio, che prevede che nelle zone turistiche di maggiore afflusso i negozi possano aprire tutte le domeniche (e non più solo 12 all’anno) e la sera fino a mezzanotte.

La riforma del lavoro domenicale è uno dei capitoli più controversi della cosiddetta ‘legge Macron’, l’articolato testo che raccoglie decine di provvedimenti con l’obiettivo comune di “sbloccare l’attività economica” in Francia e “favorire le pari opportunità”. Osteggiata anche da una parte della maggioranza socialista, la legge era stata approvata solo grazie all’uso, da parte del governo dell’impegno di responsabilità, equivalente transalpino della questione di fiducia.

La mappa delle zone interessate dalle nuove regole non sarà pronta prima di metà settembre, ma già diversi comitati intersindacali, in particolare di dipendenti dei grandi centri commerciali, preannunciano ricorsi e proteste. I commercianti, invece, sono favorevoli a un provvedimento che, a loro parere, è indispensabile per salvaguardare la loro competitività e quella della città di Parigi come meta turistica internazionale. Si delinea uno scontro con i sindacati, dunque, mentre il ministero dell’Economia accelera per la definizione delle aree Zti (zones touristiques internationales) e le anticipazioni di stampa disegnano una mappa di aree interessate come quella che segue. Per la capitale, se ne attendono dodici – oltre le sei stazioni – ma già si parla anche di Cannes, Nizza e Deauville come altri luoghi nei quali introdurre il lavoro domenicale.

 

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