Lavoro: tra nuovi contratti e cessazioni il saldo è ampiamente in attivo

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Durante il primo trimestre dell’anno sono stati fatti registrare 2.578.057 nuovi contratti di lavoro contro un totale di 1.967.604 cessazioni di rapporti di lavoro.

Per tale ragione si registra un saldo attivo di 610.453. Sono questi i dati estrapolati dal sistema informativo delle comunicazioni obbligatorie diffusi dal Ministero del lavoro.

Rispetto al primo trimestre 2014, sono stati attivati 95mila nuovi rapporti di lavoro dipendente e parasubordinato in più, pari al 3,8%, mentre il numero delle cessazioni aumenta di 64.341 unità, pari a +3,4%. Nei primi tre mesi del 2015 le assunzioni complessive a tempo indeterminato sono state 552.665 a fronte di 475.854 cessazioni, con un saldo positivo quindi di 76.811 contratti stabili.

I contratti a tempo indeterminato sono aumentati del 24,6%, oltre 109mila unità in più su base annua; i contratti a tempo determinato sono cresciuti dell’1,3%, poco meno di 20mila contratti avviati in più. In calo le collaborazioni, -30% con quasi 30mila avviamenti in meno, e l’apprendistato, -14,3%, circa 8.400 contratti in meno. Sul fronte lavoro sono attivi da gennaio gli sgravi contributivi per le assunzioni e dal 7 marzo è in vigore il Jobs Act.

A fronte dei quasi 2,6 milioni di contratti avviati nel primo trimestre dell’anno, i lavoratori interessati sono 1.847.405 – il 56% dei quali sono uomini – con un aumento pari al 3,7% su base annua; i lavoratori interessati dalle cessazioni sono 1.314.593, In aumento dell’1,4%. Il 70% delle nuove assunzioni si è concentrato nel settore servizi (1.800.000 unità), il 4% in più rispetto a un anno fa. Nei settori agricoltura e industria il volume di attivazioni è rispettivamente pari a 389.859 e 386.756 unità (entrambi i settori rappresentano una quota di circa il 15% del totale contratti avviati nel i trimestre 2015): il settore agricolo resta sostanzialmente invariato rispetto allo stesso trimestre del 2014, mentre l’industria registra un incremento di nuove contrattualizzazioni del 6,4%.

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