L’indice Pmi Europeo in discesa. Crisi ancora lunga

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 I mercati sono fiduciosi nel sostegno prolungato della Federal Reserve all’economia americana, che in ogni caso fa vedere importanti segnali di rafforzamento. In realtà, i toni venuti fuori dai verbali della riunione di fine luglio sono abbastanza chiari: si teme un innalzamento dei tassi d’interesse abbastanza veloce, anche se gli investitori sono rassicurati dal fatto che il costo del denaro resterà a livelli minimi “ancora a lungo” dopo la fine degli acquisti di bond da parte della Fed. Tuttavia, stando al panel di trader di Bloomberg la percentuale di chi ipotizza un innalzamento dei tassi d’interesse entro il luglio 2015 è aumentata dal 48 al 52% dopo che sono stati pubblicati i verbali.

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Gli analisti hanno presumono che le parole “da falco” della Yellen saranno poi attutite dai segnali di stagnazione in Europa e dall’appesantirsi delle crisi internazionali; condizioni che rendono più debole il quadro globale e più vicina la presenza della Banca centrale Usa.

L’attenzione del mercato già si indirizza  all’incontro annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole, che si terrà da oggi a sabato. L’aspettativa è che il capo della Fed, Janet Yellen, che interverrà venerdì, mostri ancora apprensione per un mercato del lavoro fragile, sebbene i dati macro siano alquanto incoraggianti.

Nei  dati macroeconomici va segnalato l’indice Pmi composito dell’Eurozona di agosto, rilevante poiché anticipa il ciclo economico attraverso i pareri dei direttori degli acquisti: è in discesa a 52,8 ad agosto, ai minimi da due mesi, a fronte del 53,8 di luglio. In Francia migliora l’indice Pmi dei servizi (da 50,4 a 51,1 punti), ma si deteriora il manifatturiero (da 47,8 a 46,5). In Germania, la tenuta è migliore del previsto: il Pmi composito scende a 54,9 punti da 55,7 di luglio, contro attese per un calo a 54,6 punti.

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