Dopo mesi di attenta analisi, i sei esperti nominati dall’Unione Europea per fare il punto sulla tassazione delle grandi aziende digitali in suolo europeo, hanno detto no alla web tax, ovvero alla possibilitร di creare una tassazione speciale per questa tipologia di imprese.
Il fine a cui tende l’analisi รจ cercare un modo per cui le aziende hi-tech paghino quanto dovuto e, quindi, il ripresentarsi di casi di elusione fiscale, veri o presunto, come piuttosto spesso รจ capitato in questi ultimi tempi.
Secondo gli esperti dovrebbe essere fatto tutto il contrario, ovvero predisporre una tassazione che sia il piรน possibile coerente tra tutti i diversi Paesi, proprio perchรฉ i margini di elusione e di evasione fiscale si generano dalla presenza di obsoleteย barriere fiscali. L’abbattere queste barriere non sarebbe solo un modo per garantire che tutte le aziende digitali paghino quanto spetta al Fisco, ma permetterebbe anche di semplificare la nascita e l’accesso al grande mercato digitale di piccole e medie imprese.
โบย Molti Paesi collaboreranno per limitare lโevasione fiscale internazionale
La Web Tax, quindi, stando al parere degli esperti, risulterebbe ancor piรน dannosa dell’attuale situazione ed รจ per questo un’ipotesi da non tenere in considerazione, neanche nel caso dell’Iva, tassa che, avendo aliquote diverse per ogni paese, crea i maggiori problemi: la soluzione, in questo caso,ย sarebbe l’applicazione del principio di destinazione, ovvero applicare l’Iva secondo l’aliquota del paese ricevente.
L’Unione Europea ha fatto un passo avanti nella lotta all’evasione e all’elusione fiscale delle grandi aziende tecnologiche, anche se la strada da fare รจ ancora piuttosto lunga, come dimostrano le poche tasse pagate da grandi realtร comeย Google, che ha pagato al di fuori dagli Usa solo 743 milioni di dollari, la Appleย (1,1 miliardi),ย eBay (163 milioni di dollari) e Facebook.
