Natale austero per la maggior parte delle famiglie italiane

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Mancano poco più di due settimane a Natale, ma non sarà un Natale ‘pomposo’. Anzi, anche quest’anno, sarà all’insegna dell’austerità. Almeno per più di sette italiani su dieci.

Il Natale 2014 sarà dunque molto dimesso. A comunicarlo e prevederlo è la Confcommercio in occasione di una conferenza stampa relativa consumi natalizi. Tasi, Imu, Tari, tasse auto e canone Rai, infatti, ingloberanno l’incremento delle tredicesime 2014 e i consumi delle famiglie in vista del Natale diminuiranno di ben quarantuno euro passando dai 1.329 euro del 2013 a 1.288 euro. Anche se, malgrado la crisi rimane stabile la percentuale di italiani che non rinunceranno a comprare regali natalizi.

Secondo la Confcommercio, dunque, per il 72,7% degli italiani si prevede un Natale assolutamente “dimesso”: aumenta, dunque, la quota dei pessimisti che, nel 2013, aveva sfiorato il 69,3%. Rimane, invece, sostanzialmente stabile la percentuale di famiglie che effettuerà regali, anche se magari si tratterà soltanto di piccoli pensierini: l’85,2% degli italiani comunque comprerà doni, dato in linea con quello dell’anno scorso (85,2%). I prodotti tecnologici rimangono in cima alle preferenze del popolo del nostro Paese, tuttavia tiene anche la tradizione.

La diminuzione dei consumi si deve quest’anno all’erosione delle tredicesime da parte delle varie scadenze di dicembre (in totale sono ben 191). Stando alle stime della Confcommercio Tasi, Imu, Tari, tasse auto e canone Rai graveranno per 1,4 miliardi in più sulle tredicesime di dicembre in confronto allo scorso anno, diminuendo del 3,1% i consumi delle famiglie, le quali spenderanno in media 1.288 euro, 41 euro in meno in confronto al 2013 . Nello specifico, le tredicesime 2014 ammonteranno a 39,2 miliardi, 300 milioni in più in confronto allo scorso anno (+0,9%), le tasse complessive ammonteranno a 9,5 miliardi (+18%) e le tredicesime disponibili per i consumi saranno pari a 29,7 miliardi (-3,6%).

Le famiglie destineranno ai consumi 28 miliardi, il 3,2% in meno rispetto allo scorso anno.

 

 

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