Obbligazioni, gli analisti parlano di mercato “orso”

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Le recenti prestazioni del mercato obbligazionario fanno si che gli analisti parlino di un mercato “orso”.

Tuttavia, ogni qualvolta si verificano alcune correzioni, è fondamentale che gli investitori rammentino dove si trovava il mercato prima del crollo e quali sono le ragioni dietro tale movimento.

Queste le osservazioni di Gareth Isaac, Fund Manager Fixed Income di Schroders.

Sebbene ci siano state sicuramente delle forti vendite sui mercati obbligazionari, a causa della fragilità in Europa, queste si sono verificate partendo da valutazioni che erano sui massimi di tutti i tempi. Ci sono diverse ragioni per le quali le obbligazioni sono diventate così care. All’inizio di quest’anno le aspettative di crescita in Europa erano estremamente basse. L’obiettivo perseguito dalla Banca Centrale Europa con l’annuncio in gennaio del programma di quantitative easing era cambiare tale orientamento negativo dei dati macroeconomici.  Le aspettative sull’inflazione erano ulteriormente spinte al ribasso dal persistente calo del prezzo del greggio, iniziato a metà del 2014. Gli investitori, sapendo che la Bce avrebbe acquistato obbligazioni fino al 2016, sono stati costretti a spostarsi ulteriormente lungo la curva dei rendimenti; spinti sui titoli a 10, 20 e 30 anni per trovare un rendimento.

Nonostante ciò, il supporto proveniente dal Qe è stato esagerato e ad aprile i rendimenti dei Bund erano solo di 7 punti base. Anche senza nessuna aspettativa di crescita economica o di inflazione di lungo termine, le valutazioni delle obbligazioni a tali livelli non riflettevano alcun rischio di eventuali errori sulle stime macro economiche.

Tuttavia, la crescita nell’Eurozona è tornata a salire ancora una volta nel primo trimestre e il prezzo del petrolio ha riguadagnato terreno.

 

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