Piazza Affari, nuovo crollo!

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La felicità sui mercati europei è durata circa un giorno. Oggi, invece, si è verificato un nuovo e pesante crollo.

I mercati stanno scontando una caduta della crescita globale, mentre si affievolisce la convinzione che le banche centrali possano fare di meglio per opporsi a questa fase. A Milano scattano le prese di beneficio e il listino chiude a -5,63%, Londra l’1,6%, Francoforte il 2,1% e Parigi il 3,1%. In caduta c’è anche Wall Street, con il Dow Jones che perde l’1,5%, l’S&P 500 l’1,3% e il Nasdaq lo 0,9%.

Soffrono ancora le banche, che subiscono i conti della francese Société Générale la quale ha mancato le stime relative all’utile. Una situazione che preoccupa il Fmi – che sta per confermare per un secondo mandato il direttore generale Christine Lagarde – secondo cui la ripresa europea procede, ma è debole e le “banche sono centrali” per sostenerla.

L’euro è in leggero rialzo: la moneta unica passa di mano a 1,13 dollari, contro 1,1196 dollari delle ultime ore di negoziazione di ieri. Lo spread rimane in area 150 punti, mentre i Btp sul mercato secondario rendono 1,7%. In rialzo dal minimo storico anche il rendimento dei Btp a tre anni: il Tesoro ha collocato due miliardi di titoli a un tasso dello 0,11% dallo 0,02% precedente. Assegnati anche 2,5 miliardi di euro Btp a 7 anni con un tasso in salita all’1,05% dallo 0,99% e Btp a 15 anni per un miliardo di euro con un tasso al 2,08%. Nel mirino dei mercati, però, sono finiti soprattutto i titoli di Stato portoghesi.

A spingere in terreno negativo i listini è ancora una volta il prezzo del petrolio che cala a 27,05 dollari al barile, dopo aver toccato un minimo di 26,85 dollari. A dimostrazione che la situazione resta tesa continua la crescita dell’oro, bene rifugio per eccellenza, che sale in area 1.215 dollari l’oncia. Gli investitori faticano a digerire le parole del numero uno della Federal Reserve, Janet Yellen, che oggi dinanzi al Senato Usa non ha nascosto i suoi timori sulla tenuta dell’economia mondiale. Probabile dunque che vengano ritardati i piani di rialzo dei tassi di interesse anche se l’ipotesi di “tassi negativi non è” da escludere.

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