Pil Italia in discesa. Padoan invita a proseguire con la Spendig review

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 Dopo l’annuncio che l’Italia è di nuovo in recessione a destare preoccupazione sono specialmente i conti pubblici. Il governo rassicura che per quest’anno non saranno necessarie manovre correttive, ma le ultime previsioni davano il deficit al 2,6% per una crescita dello 0,8%. E se a fine anno ci sarà una crescita piatta, pari a zero, il deficit andrà al 3%. «Dal 2015 l’economia italiana registrerà una ripresa più decisa e sostenuta» ha affermato il ministro dell’Economia Padoan in un’informativa alla Camera. Senza nuovi tagli alla spesa, dice Padoan, da gennaio dovrà essere effettuata la revisione di agevolazioni e detrazioni fiscali.

La Spending Review di Cottarelli – Ministeri, riscossione fiscale e consumi energetici

La «spending review resta al centro della strategia del governo. È indispensabile per il raggiungimento degli obiettivi di crescita e della sostenibilità della finanza pubblica» ha sottolineato il ministro nell’informativa alla Camera. E se gli ultimi dati economici sono preoccupanti, Padoan torna a parlare di ripresa: «Dall’anno prossimo l’economia italiana registrerà una ripresa più decisa e sostenuta». È nel medio periodo che, dice Padoan, «si pone la politica economica del governo». «Negli ultimi anni il governo ha conseguito il consolidamento dei conti con misure notevoli e l’Italia è uscita dalla procedura per deficit eccessivo, un segnale importante per i mercati e partner europei» ha sottolineato, aggiungendo che è ancora prematuro abbandonarsi a «valutazioni premature» sull’impatto del bonus fiscale di 80 euro «a soli tre mesi dall’introduzione» e dalla ricezione del bonus da parte delle famiglie.

Se non ci saranno risparmi dalla spesa e senza maggiori entrate, in Italia si azionerà da gennaio il taglio alle detrazioni fiscali previsto dalla legge di stabilità dello scorso anno: la legge, ha menzionato Padoan, prevede che si proceda alla revisione delle agevolazioni e detrazioni fiscali con il fine di recuperare «3 miliardi nel 2015, 7 nel 2016 e 10 dal 2017».

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