Prestiti al settore privato, ripartenza dal prossimo anno

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I prestiti bancari al comparto privato torneranno a crescere nella prima metà del 2016 in virtù dell’uscita dalla recessione.

A prevederlo è la Banca d’Italia nel rapporto sulla stabilità finanziaria, stando al quale tuttavia, “se valutato in rapporto al prodotto interno lordo, questo credito rimane tuttavia assai inferiore ai valori medi di lungo periodo”. Il peggio, tuttavia, sembra essere ormai alla spalle e “il rafforzamento dell’economia riduce i rischi per la stabilità finanziaria”: in base al rapporto di Palazzo Koch, infatti sottolinea che “complessivamente restano favorevoli gli indicatori di sostenibilità delle finanze pubbliche”.

Il mercato delle sofferenze bancarie fa ancora fatica, nostante il varo della riforma della legge fallimentare, e per fare da supporto al privato occorre la costituzione della società veicolo, attualmente ancora in fase di discussione con la Ue. Secono Bankitalia, le cessioni di sofferenze sono state di importo limitato anche nei primi nove mesi del 2015 (circa 2 miliardi) ed effettuate dai maggiori gruppi e dalle banche estere operanti in Italia. Il totale dei crediti deteriorati (sofferenze e altri) delle banche italiane è salito a giugno a 361 miliardi, il 18% del totale dei crediti (2.008 miliardi) contro il 17,4% di dicembre 2014. In particolare ai 1.646 miliardi di crediti in bonis si contrappongono 207 miliardi in sofferenza e altri 155 di altri crediti deteriorati.

“L’aumento del reddito disponibile e i bassi tassi di interesse rafforzano le condizioni finanziarie, già solide, delle famiglie”. Sotto questo aspetto Bankitalia spiega che “si riduce la vulnerabilità anche delle fasce più deboli e l’indebitamento rimane basso, pur in presenza di una forte ripresa dei mutui immobiliari”. In particolare, “le famiglie che hanno contratto mutui
stanno alleggerendo il peso del servizio del debito attraverso diverse forme di rinegoziazione dei prestiti che, nei primi nove mesi, hanno interessato oltre il 5% delle consistenze in essere alla fine del 2014 (1,3% nello stesso periodo dell’anno scorso)”.

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