Le proteste contro il Jobs Act

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I sindacati non ci stanno, e protestano in maniera veemente contro il Jobs Act. Proteste pesanti, che criticano quella che Renzi ha chiamato una “rivoluzione copernicana” e che partono dall’assunto che l’attuale Premier ha cancellato il lavoro a tempo indeterminato generalizzando la precarizzazione.

In prima linea, contro l’esecutivo e la sua manovra, c’è il leader della Cgil Susanna Camusso. Per Camusso si tratta di legge ingiusta, sbagliata e per di più punitiva. Maurizio Landini, segretario generale della Fiom, ritiene che Renzi abbia voluto fare alla vigilia di Natale un regalo agli imprenditori. Un regalo che la Fiom non condivide. Landini ha promesso che il sindacato da lui guidato si produrrà in tutti i modi per ritornare a conquistare i diritti ed estenderli a tutti per davvero.

A fargli eco è Carmelo Barbagallo, segretario generale Uil, il quale ritiene che quello del Governo è un favore agli imprenditori sulla falsa riga di quanto “imposto” a Renzi da Angela Merkel:

Il governo ha fatto solo un favore agli imprenditori e sta eseguendo i compitini assegnati dalla Merkel». Sono emblematiche le battute del premier sugli imprenditori e sulla destra. Registriamo, infatti, che nemmeno il governo Berlusconi era riuscito ad abolire l’articolo 18, monetizzando i licenziamenti. La Uil giudica negativamente la monetizzazione dei licenziamenti collettivi, fatto che non aiuterà il mondo del lavoro. Renzi ha fatto felice la Confindustria ma non certo i lavoratori e le lavoratrici e tanto meno i giovani e i precari, che non acquisiscono diritti in più: si tratta solo di meno diritti per tutti. I lavoratori italiani non hanno da festeggiare. Non c’è da festeggiare se viene cancellato lo Statuto dei Lavoratori e se si rendono possibile i licenziamenti dando solo un po’ di soldi. Con i provvedimenti il governo Renzi ha cancellato il lavoro a tempo indeterminato, generalizzando la precarizzazione dei rapporti di lavoro in Italia. Non soddisfatto ha diviso ulteriormente i lavoratori penalizzando ancora una volta i giovani e i nuovi assunti.

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