Puntare al ribasso non conviene

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 Il mercato ha iniziato a punire in modo esemplare tutti gli investitori che speculano sulle puntate al ribasso. I finanzieri che finora si sono arricchiti sulla crisi degli altri, dovranno pagare per la loro audacia. E a punirli è il mercato stesso.

Il riferimento è ai cento titoli che sono stati colpiti maggiormente dalla pratica di short selling nell’ultimo periodo e che sono inseriti nel listino Russell 2000. Il loro ritorno ha superato quello medio degli altri titoli dell’indice. Adesso i titoli cosiddetti shorted figurano in rialzo e l’incremento, in termini percentuali, è parti al 33,8 per cento. Gli altri titolo crescono molto più lentamente e il loro balzo in avanti si sostanzia in un +18,3 per cento.

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Insomma, scommettere contro un titolo, scommettere sul fatto che una certa azione sarà presto in caduta libera, dà vantaggi nell’immediato se il trend negativo è confermato ma può lasciare delle belle cicatrici nel portafoglio degli investitori. Questi, in un periodo di forte crisi, hanno dimostrato di prediligere le vendite allo scoperto causando le perdite peggiori mai registrate in dieci anni, per moltissimi titoli.

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L’analisi della situazione è stata fatta dal Wall Street Journal. In particolare si fa notare che sono in crescita nonostante le vendite allo scoperto, titoli importanti come Tesla Motors, Zillow e Green Mountain che in parte è nelle mani del gruppo italiano Lavazza.

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