Questione siriana sospesa e mercati deboli

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 La situazione in Siria sembra arrivata ad un momento di stallo visto che Cameron, riferendo in Parlamento delle scelte del Presidente americano si è visto negare il sostegno. Hollande, in Francia, promuove una soluzione politica piuttosto che l’intervento militare. Barack Obama sembra così perdere due degli alleati su cui aveva potuto contare finora.

La Siria fa crescere il prezzo del petrolio

I listini europei hanno reagito alla situazione chiudendo in terreno negativo. L’attesa di quello che accadrà in Medioriente sta condizionando molto gli sviluppi della Borsa ma la cosa più interessante è l’incremento della fiducia registrato nel Vecchio Continente. Il quadro generale non c’impedisce di zoomare sulla situazione italiane e scoprire che Piazza Affari ha perso l’1,3 per cento e lo spread è risalito fino a 253 punti.

I mercati spaventati dalla Siria

Ma torniamo per un attimo alla Siria che ha mandato nel caos i Paesi Occidentali. Molti stati si sono dimostrati sulla carta interventisti, salvo poi lasciare spazio alla cautela che precede ogni attacco. Il Regno Unito è stato il primo a negare l’impegno in Siria, la Francia è rimasta più tiepida davanti alle richieste americane. L’incertezza sul possibile attacco non fa bene ai listini azionari ma condiziona anche il prezzo delle materie prime.

Il prezzo del petrolio ha perso mezzo punto percentuale ed è dato in calo dell’1,2 per cento anche l’oro.

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