Ritenuta d’acconto sui bonifici esteri, la decisione passa all’UE

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 Con l’entrata in vigore della Legge di Stabilità, a partire dal 1° febbraio 2014 è entrata in vigore anche una nuova tassa che dovranno pagare tutti i correntisti italiani che ricevono bonifici dall’estero. Si tratta di una ritenuta di acconto che prevede un prelievo all’origine del 20% sulla somma bonificata, questo vuol dire che più alto è l’importo della transazione, più alto sarà il prelievo.

Non solo i cittadini italiani hanno avuto da ridire su questo nuovo balzello fiscale, la norma è finita anche sotto gli occhi della Commissione Europea, che vuole capire fino a che punto questa norma sia legittima in rispetto del principio, valido in tutti i paesi che fanno parte dell’Unione Europea, della libera circolazione di merci e persone.

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Inoltre, la Commissione Europea vuole capire se questa norma può portare come conseguenza un diverso trattamento dei cittadini italiani rispetto a quelli di altri paesi.

La questione della legittimità o meno del prelievo si gioca tutta su un solo punto, ovvero la possibilità dei correntisti che ricevono bonifici dall’estero di dimostrare che questi non derivano da reddito e che quindi non devono essere sottoposti al prelievo all’origine del 20% (sono esclusi, ad esempio, i bonifici nell’ambito di attività d’impresa o di lavoro autonomo).

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Se le modalità di documentare il diritto di esenzione da questo balzello si dimostreranno fattibili e non troppo pesanti per i correntisti, la norma potrebbe rimanere in vigore, altrimenti ci sarà un nuovo nodo da sciogliere per il neo premier Matteo Renzi.

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