Ritorno alla Lira: il partito dei ‘contro’

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 La crisi dell’Euro innesca una serie di proposte collaterali, atte a trovare soluzioni immediate e far ripartire il treno dell’economia.

Una delle proposte in auge è quella di ritornare alla vecchia Lira. Sarebbe una salvezza per molti, ma molti altri ritengono che non sia così.

La strategia, proposta per far rifiatare l’economia partendo da una svalutazione competitiva, è in discussione presso gli esperti.

Così facendo la Banca d’Italia avrebbe nuovamente il potere di stampare la moneta nazionale per difendere il Paese dalla crisi.

Nostalgia del “vecchio conio”

Il partito dei ‘Pro – Ritorno alla Lira‘ ritiene che staccarsi dall’euro potrebbe essere vantaggioso.

Il partito dei ‘Contro‘ ritiene che sarebbe una catastrofe di dimensioni bibliche.

In ‘mezzo’ c’è chi sostiene che sarebbe stato meglio non entrare nell’Euro.

La Costituzione europea, formata da una serie di trattati, non contempla la possibilità di innescare meccanismi legali per abbandonare l’Euro. La scelta di entrare nella moneta unica europea è dunque irrevocabile.

L’unico cavillo è costituito dal Trattato di Lisbona del 2009, all’interno del quale l’articolo 50 illustra la possibilità per uno Stato di abbandonare l’ Unione Europea, ma non fa menzione dell’Unione Monetaria. Abbandonare l’Ue equivarrebbe dunque ad abbandonare l’Euro?

Gli esperti non sono concordi nel dare una risposta. Se uno Stato, in conclusione, volesse abbandonare la moneta unica dovrebbe avviare dei negoziati specifici, ovvero entrare in una sorta di ‘Terra di nessuno’. Una prassi che potrebbe durare degli anni.

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