Rivoluzione Rai, si parte dal canone

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Matteo Renzi ha intenzione di cambiare il volto della tv di Stato. Una missione che in tanti hanno cercato di compiere ma che si è sempre rivelata fallimentare, ma questa volta sembra che il piano di rivoluzione della Rai sia stato già messo a punto.

Il punto di partenza sarà il canone, una delle tasse più odiata e più evasa dai contribuenti italiani, che non sarà più ad importo fisso, ma diventerà variabile in base alla capacità di spesa delle famiglie.

Ad occuparsi di stilare le tappe della rivoluzione è Antonello Giacomelli, nuovo sottosegretario alle Comunicazioni, che, anche se non ancora in possesso della delega del Governo, sta già facendo i primi passi in tal senso, raccogliendo la sfida che hanno lanciato alla tv di Stato le nuove frontiere della comunicazione e le rinnovate esigenze di taglio agli sprechi previste dal Governo.

Rendere il canone Rai flessibile sarà un modo per diminuire il tasso di evasione di questa tassa – la Rai ha stimato che solo nel 2014 sono stati evasi circa 1,7 miliardi di euro di canone – rendendola più equilibrata e commisurata alla capacità di contribuzione delle famiglie.

L’idea è già stata lanciata, mancano però ancora le modalità attraverso le quali verrà posta in  essere.

Per la Rai si prevede però una rivoluzione strutturale che dovrà portare l’emittente a cercare risorse altrove: da un lato si pensa alla quotazione in borsa di Rai Way, dall’altro, e forse è questo a fare più paura, ad una ristrutturazione dell’emittente con la chiusura di alcune sedi regionali e con una ricollocazione delle risorse interne (oltre 2000 dipendenti) allo scopo di creare maggiore produttività.

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