Sì al divorzio breve, si accorciano tempi e costi dell’addio

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La legge sul divorzio breve è andata in porto dopo 45 anni dalla legge Fortuna-Basilini. Adesso l’Aula non è più spaccata come si era frantumato il Paese all’epoca del referendum del 1974. Il voto è stato quasi unanime: 398 sì, 28 no e 6 astenuti. I tempi si accorciano fino a 6-12 mesi. Vediamo come. 

Se il divorzio arriverà in minor tempo ci sarà anche una riduzione dei costi. La nuova legge sembra rappresenti una rivoluzione copernicana della normativa sul matrimonio e delle unioni civili. Hanno votato a favore il PD, il M5S, Scelta Civica, il PSI e Alternativa libera.

Come funziona il divorzio breve?

Una legge snella, composta da soli tre articoli che spiegano come porre fine al matrimonio in pochissimo tempo.

Se ci sarà la separazione consensuale, saranno poi sufficienti 6 mesi di separazione ininterrotta dei coniugi dal momento della loro comparsa davanti al giudice, per fare la domanda di divorzi.

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Il termine di 6 mesi sarà valido anche alle separazioni contenziose che diventano consensuali. Se invece la separazione è giudiziale, allora la durata minima del periodo di separazione è di 12 mesi che è sempre inferiore ai 3 anni della precedente legge.

Un’altra importante novità è il fatto che il divorzio breve dà seguito all’anticipazione dello scioglimento della comunione dei beni. Fino a questo momento, per via dell’articolo 191 del Codice Civile c’era l’annullamento della comunione dei beni soltanto dopo il passaggio in giudicato della sentenza di separazione. Adesso nella separazione giudiziale scatterà nel momento in cui il presidente del tribunale, durante la sentenza di comparizione autorizzerà i coniugi a vivere separati.

 

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