Standard Chartered annuncia taglio di quattromila dipendenti

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Standard Chartered, banca globale, ha comunicato che taglierà quattromila posti di lavoro. Nel contempo, il gruppo creditizio metterà in stand-by la sezione ‘global equities’, riducendo drasticamente in parallelo i servizi per la clientela retail.

L’operazione risponde a criteri di risparmio su tutta la linea che però puniscono i dipendenti, come spesso capita.

Standard Chartered, gruppo che concentra la sua attività in Asia e nei paesi emergenti, ha rimosso duemila persone nel trimestre finale dell’anno e afferma che altrettanti posti di lavoro verranno eliminati nell’anno 2015, principalmente mediante la mancata sostituzione di persone in uscita.

L’istituto sta cercando in tutti i modi di risparmiare quest’anno 400 milioni di euro, anche per bloccare il più possibile il crollo azioanrio che ha portato a perdere il 40% di valore sui mercati. Il cao dei prezzi delle materie prime, un rallentamento della crescita nei mercati emergenti nei quali opera – con la relativa crescita dei prestiti in sofferenza – insieme alla crescita dei costi per le attività richieste dalle autorità di regolamentazione hanno provocato il mix di crisi per l’istituto.

Peter Sands, amministratore delegato della banca globale Standard Chartered, ha assicurato in un comunicato che il gruppo punta dritto al raggiungimento dei propri scopi:

Il gruppo è sulla buona strada per raggiungere i suoi obiettivi. Nel retail banking, 22 filiali sono state chiuse nel secondo semestre del 2014, mentre il totale del piano prevede le saracinesche su un ammontare di 80-100 sportelli. Da questi tagli si prevede un contributo pari alla metà dei risparmi previsti nel 2015. Il resto verrà dalla riduzione della spesa in altre attività bancarie e dalle sinergie a livello di gruppo.

 

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