Tasi, cosa stanno facendo i comuni?

 Mancano un paio di mesi alla scadenza fissata per il pagamento della prima rata della Tasi, ma le amministrazioni comunali sono ancora al lavoro sulle aliquote.

Il che fa sì che i cittadini possono solo immaginare quanto andranno a pagare, ma senza alcuna certezza. 

Tasi, le aliquote pagamento con f24

 Il governo ha fissato le aliquote Tasi: come previsto, i Comuni avranno la possibilità di aumentare l’aliquota fino a un tetto massimo complessivo dello 0,8 per mille, che in termini materiali sta a significare che sulle prime case l’aliquota potrà arrivare al 3,3 per mille e all’11,4 sulle seconde.

I comuni dove si pagherà la mini Imu sono più di 2.000

 Dopo tante discussioni e alcune polemiche, la chiarezza sul pagamento della mini Imu è fatta. L’Imu, come sappiamo, è stata abolita, ma in quei comuni che hanno aumentato l’aliquota si dovrà ancora pagare il 40% della differenza tra l’aliquota base del 4 per mille e gli stessi aumenti sulla prima casa decisi dai sindaci. I comuni che hanno aumentato le aliquote sono stati 2.436.
Il comune di Potenza ha aumentato l’aliquota dal 5 per mille al limite massimo del 6 per mille proprio alla fine, considerato che il 9 dicembre si è chiusa la possibilità di ritoccare l’aliquota. Per molti altri comuni c’è stato invece un processo al contrario, con aliquote abbassate per evitare polemiche dei cittadini.
Nella Legge di Stabilità potrebbe entrare l’emendamento che propone la detrazione della tassa dalla Tasi. Su questo sperano i proprietari delle prime case, mentre il governo starebbe cercando la copertura economica per permettere questa detrazione attraverso l’aumento della Tasi a partire dalla terza casa dal prossimo anno. I soldi da trovare sono 150 milioni.
La media dei pagamenti per la mini Imu, per la Cgia di Mestre, è di 60 euro per le abitazioni economiche di tipo A3 e di 103 euro per gli appartamenti civili di tipo A2. La media più alta si trova a Milano con 87 euro per le abitazioni economiche e 200 euro per quelle di tipo civile. Anche a Genova la media è alta e corrisponde a 87 euro per gli appartamenti A3 e a 158 euro per quelli A2. A Napoli le medie sono invece di 79 euro per le abitazioni economiche e di 152 euro per quelle di tipo civile.
Tra i venti capoluoghi, il pagamento della mini Imu si dovrà fare in 12 e questi sono Ancona, Bologna, Cagliari, Campobasso, Catanzaro, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Perugia e Potenza.
Sulle abitazioni che non sono la prima casa e sui fabbricati i comuni hanno predisposto una modalità complessa caratterizzata da diverse aliquote. A Bologna sono addirittura 11 e a Torino 7 tra abitazioni concesse a uso gratuito a parenti e botteghe e negozi.

Arriva la Tobin Tax anche sulle transazioni ad alta frequenza

 Dopo la Francia, che ha fatto entrare in vigore la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie ad alta frequenza (HFT, High Frequency Trading) già nel 2012, anche per l’Italia entra in vigore la nuova imposizione. Una decisione mal vista dagli esperti del settore che paventano un sostanzioso calo dei volumi di scambio.

 Scadenza e aliquote della Tobin Tax

La Tobin Tax sulle transazioni ad alta frequenza si applica a tutte le transazioni finanziarie eseguite nell’arco di 0.5 secondi o più rapidamente in borsa e sui derivati, con un’aliquota dello 0,2% sul valore di ognuna. L’obiettivo, come anche per la prima parte della Tobin Tax, è quello di evitare le speculazioni finanziarie, ossia delle transazioni poco trasparenti che possono portare a delle distorsioni del mercato a discapito dei piccoli investitori.

Ma con questa mossa i diversi stati mirano anche ad un obiettivo più alto, ossia una tassazione pan-europea, ossia una tassa applicata allo stesso modo in tutti i mercati europei, in modo che anche il mondo della finanza contribuisca al Fisco. Al momento ad applicare la Tobin Tax anche sulle transazioni ad alta frequenza sono la Francia, l’Italia, la Germania, la Grecia e la Spagna, ma presto a questa lista potrebbero aggiungersi anche Belgio, Estonia, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia.

► Chi deve pagare la Tobin Tax?

Capire, adesso, quali saranno gli effetti a lungo termine di questa nuova imposizione non è semplice, ma stando ai dati già in possesso degli operatori gli scenari che si presentano sono a dir poco catastrofici: dopo l’introduzione, a marzo 2013, della Tobin Tax, il FTSE MIB, l’indice di riferimento per il mercato italiano, è sceso del 30% rispetto alla media di 90 giorni.

 

Criteri per il calcolo della Service Tax

 Vita breve per la Tares che dopo la sua entrata in vigore all’inizio dell’anno e il pagamento dell’ultima rata previsto per dicembre, sarà inglobata,  a partire dal 1° gennaio 2014, dalla Service Tax, la tassa sui servizi indivisibili che sostituirà l’Imu e le imposte sui rifiuti.

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Questa nuova imposta sarà gestita dai Comuni che dovranno calcolarne le aliquote in base a dei determinati criteri che faranno variare l’importo da pagare in base alla superficie dell’immobile e alla capacità di produrre i rifiuti in base a determinate categorie che saranno meglio identificate con la Legge di Stabilità.

La Service Tax sarà composta da due diverse imposte, una specifica per i rifiuti e una per i servizi indivisibili necessari al mantenimento delle aree residenziali (illuminazione, strade, aree verdi, etc.).

A pagare entrambe le componenti della Service Tax saranno i proprietari e gli occupanti, a qualsiasi titolo, dell’immobile.

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Per quanto riguarda la componente della Service Tax dovuta per la gestione dei rifiuti, le aliquote saranno calcolate in base alla superficie dell’immobile, alla quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti in relazione agli usi e alla tipologia delle attività e al costo del servizio sui rifiuti.

Per quanto riguarda la componente per i servizi indivisibili, anche questa pagata da proprietario ed eventuale usufruttuario dell’immobile, ogni Comune potrà scegliere se applicare le aliquote in base alla superficie o alla rendita immobiliare.

Scadenza e aliquote della Tobin Tax

 La Tobin Tax, o tassa sulle speculazioni finanziarie (TTF), è entrata in vigore con la Legge di Stabilità. Il provvedimento, voluto dal governo tecnico di Mario Monti, prevede che, sulle transazioni avvenute a partire dal 1 marzo 2013, si debba pagare una percentuale di tasse, con lo scopo di contrastare quanto più possibile la speculazione finanziaria e, quindi, regolamentare le modalità operative dei mercati.

L’Italia e la Francia sono gli unici due paesi dell’Unione Europea che hanno introdotto la Tobin Tax, su un totale di 11 che si sono detti favorevoli alla sua introduzione (gli altri paesi sono Belgio, Germania, Estonia, Grecia, Spagna, Austria, Portogallo, Slovenia e Slovacchia).

La prima novità riguardante la Tobin Tax è stata lo slittamento del pagamento della prima rata dal 16 luglio al 16 ottobre 2013, voluto dal Decreto del Fare.

Le aliquote della Tobin Tax

Le aliquote con le quali si applica la Tobin Tax sono due:

0,12% per le operazioni eseguite sui mercati regolamentati (0,10% dal 2014);

0,22% per quelle su altri mercati (0,20% dal 2014).

La Tobin Tax, come succede quando si introduce una nuova imposizione, è stata oggetto di polemiche soprattutto da parte degli esperti del settore che hanno lamentato il maggiore carico burocratico al quale si dovrà fare fronte che potrebbe rappresentare un ulteriore paletto agli investimenti degli intermediari non italiani, già restii ad intervenire in Italia a causa del complesso sistema tributario del nostro paese.

Per saperne di più sulla Tobin Tax

Scadenza e aliquote della Tobin Tax

Chi deve pagare la Tobin Tax?

Come si paga la Tobin Tax?

Esenzioni previste per la Tobin Tax

Scadenza Imu, le sanzioni in caso di ritardo

 Oggi (17 dicembre) scade il termine ultimo per il pagamento dell’Imu, la tassa sulla casa introdotta dal Governo Monti. Per tutti  coloro che non riusciranno a versare la terza e ultima rata dell’Imu sono previste delle sanzioni, che il governo ha voluto però rendere più morbide in base al principio del ravvedimento operoso: chi riesce a mettersi in regola entro pochi giorni pagherà una mora più bassa.

Infatti, non tutti i mancati pagamenti o i ritardi possono essere imputati a negligenza dei cittadini: l’Imu è una nuova tassa sulla quale c’è stata un’incertezza legislativa prolungata che ha messo in difficoltà i cittadini nei conteggi, che dipendono  inoltre, dalle singole aliquote comunali.

Nel dettaglio le sanzioni previste sono:

– fino a due settimane di ritardo: mini-sanzione pari allo 0,2% per ogni giorno di ritardo;

– dal quindicesimo al trentesimo giorno3% per ogni giorno di ritardo;

dai trenta giorni fino ad un anno di ritardo: sanzione pari al 3,75% dell’imposta dovuta.

A queste percentuali sul totale dovuto si devono aggiungere gli interessi legali per il ritardo che hanno un tasso annuale del 2,5%. Dopo l’anno non si può più usufruire del ravvedimento operoso, per cui, chi ritarda più di dodici mesi la sanzione sarà pari al 30% del totale dovuto.

 

 

L’Imu ruba le tredicesime

 Domani 17 dicembre è l’ultimo giorno utile per il pagamento della terza e ultima rata dell’Imu, almeno per quest’anno. Nelle casse pubbliche arriveranno i 14/15 miliardi previsti, che andranno in parte ai Comuni e in parte allo Stato.

Diverse le stime del gettito complessivo che finirà all’Erario: la Cgia di Mestre e la Uil hanno stimato circa 21 miliardi complessivi, mentre per la Confcommercio il gettito totale sarà di 28 miliardi. Comunque sia per gli italiani l’Imu è stata un vero e proprio salasso che si ripeterà anche nel 2013 e nel 21014.

Una tassa indigesta che ha reso il Natale più povero. Infatti, dopo la prima rata pagata dagli italiani secondo l’aliquota minima dello 0,4% (si parla sempre di Imu sulla prima casa) più di un quarto dei Comuni ha alzato la tariffa. Il 3,2% delle amministrazioni locali ha deciso di imporre l’aliquota massima prevista per la prima casa, mentre l’aliquota massima sulla seconda casa è stata la scelta del 56% dei Comuni.

Una tassa, l’Imu, che si è fatta beffa delle tredicesime degli italiani. Quasi la metà, infatti, è stata utilizzata per pagare l’imposta sugli immobili, andando ad erodere ciò che rimane per l’utilizzo tradizionale di questo doppio stripendio, ossia i regali di Natale e il tipico cenone, per i quali gli italiani, secondo la Uil, spenderanno il 5% in meno dello scorso anno.

Le novità fiscali approvate

L’emendamento al disegno di legge sulla stabilità ha reso attive diverse modifiche sul fronte fiscale. Esaminiamo in breve quelle già approvate:

ALIQUOTE IVA

L’emendamento ha deciso per l’ aumento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21% al 22%.

Lo stesso emendamento ha deciso che rimane invariata l’aliquota del 10 per cento.

Il disegno di legge di stabilità aveva previsto che a partire dal primo giorno di luglio 2013, le aliquote Iva del 10% e del 21% sarebbero aumentate di un punto percentuale (articolo 40, decreto legge 6 luglio 2011, n. 98.

In virtù dell’emendamento di due giorni fa è stato deciso solo l’aumento dell’aliquota ordinaria dal 21% al 22% sulle operazioni effettuate a partire dal prossimo luglio.

ATTIVITÀ’ ESTERNE

Ivie (sigla di imposta sul valore degli immobili detenuti all’estero) e Ivafe (sigla di imposta sul valore delle attività finanziarie detenute all’estero) saranno applicabili dal 2012 e non dal 2011.

CUNEO FISCALE

A partire dal periodo d’imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2013, la deduzione dalla base imponibile Irap cosiddetta del cuneo fiscale, che è in altri termini è quella collegata al costo del personale dipendente assunto a tempo indeterminato subirà un aumento.