Wall Street, continuano le vendite

 A metà della settima i listini di Wall Street sono finiti molto in basso, la borsa americana ha ceduto due punti percentuali e sembra che il Dow Jones abbia toccato i livelli peggiori dell’anno. In pratica la spinta alla vendita negli States non accenna a diminuire.

E’ vero, è stato rieletto Obama e almeno l’incertezza sul futuro politico dell’America è venuta meno ma gli investitori sono ancora scettici sul solco tracciato nell’entusiasmo della campagna elettorale perché l’inquilino della Casa Bianca, niente può contro la crisi dell’Eurozona.

Rieletto Obama, dunque, gli investitori americani non si danno pace e si chiedono cosa ne sarà dell’Europa dopo che la Grecia ha approvato in Parlamento l’ennesimo piano di austerity, dopo il discorso di Draghi sulla situazione dell’Europa e soprattutto dopo che il Congresso americano ha manifestato il suo scetticismo all’indirizzo del fiscal cliff.

Tutti questi elementi che rendono il panorama economico degli States molto difficile da gestire, potrebbe determinare una nuova ondata di tagli alla spesa e una spinta verso l’alto della tassazione. Se ciò dovesse verificarsi sarebbero a rischio molti investimenti attualmente diretti verso gli Stati Uniti.

I listini, in questi giorni, non hanno fatto altro che manifestare con una serie di ribassi, la perplessità sulla situazione americana.

I rendimenti della gestione attiva del portafogli

 Quando si decide per una gestione professionale del portafogli, la scelta si riduce a due opzioni opposte: la gestione attiva del portafogli, basata su azioni e decisioni che mirano ad avere un rendimento migliore di quello del benchmark, e la gestione passiva, ossia una gestione per cui la massimizzazione del profitto equivale ad eguagliare i rendimenti del benchmark.

Per quanto riguarda le potenzialità di rendimento della gestione attiva del portafogli, la questione è ancora aperta e discussa tra gli esperti del settore, che stanno studiando quale sia la variabile che incide di più.

Secondo l’opinione maggiormente diffusa dei tre strumenti utilizzati per la gestione attiva quello che ha un’incidenza minore sui rendimenti sia a lungo che a breve termine è l’asset location (spostamento del portafogli su diversi mercati), mentre gli altri due – lo stock picking e il market timing – avrebbero un’incidenza molto limitata.

Allo stesso modo  la maggior parte degli analisti è concorde nel dire che la qualità dell’attività del gestore dell’investimento ha degli effetti importanti sul breve e medio periodo, che però si annullano quando il rendimento del portafogli viene valutato sul lungo e lunghissimo periodo. In questo caso sono le decisioni strategiche di diversificazione ad avere un maggiore impatto sulle performance della gestione attiva.

La gestione attiva del portafogli

 Per gestione attiva del portafogli finanziario si intende una strategia di investimento che mira a avere delle performance superiori rispetto a quelle indicate dal benchmark, l’indice di riferimento.

In questo tipo di strategia il gestore espone le sue decisioni di investimento ad un rischio maggiore di quello previsto dall’indice nell’ottica di riuscire ad ottenere un maggiore rendimento. Si tratta di una strategia finanziaria di alto livello che, per definizione, espone le proprie decisioni di investimento a rischi molto elevati.

Ma questi rischi possono essere ridotti attraverso un’analisi storica approfondita dei rendimenti delle gestioni che devono essere poi messe in relazione anche con le condizioni generali dei mercati in cui si opera.

Gli strumenti che vengono utilizzati nella gestione attiva del portafogli sono: asset allocation (spostamento periodico del portafogli in diversi mercati di riferimento); stock picking (scelta preferenziale di azioni sottostimate e, quindi, con maggiori possibilità di rialzo) e market timing (variazione del tempo di esposizione del portafogli al mercato di riferimento).

Per la buona riuscita della strategia di gestione attiva del portafogli è di fondamentale importanza la capacità del gestore di individuare le soluzioni migliori di investimento (che saranno trovate grazie a esperienza, intuito e conoscenza delle possibilità dei mercati in cui si opera) in base al profilo rischio/rendimento del delegante.

La crisi è contagiosa. La Germania rischia di ammalarsi

Anche la Germania rischia di essere contagiata dalla crisi economica che oramai da molto tempo affligge l’Europa. Una notizia economica di rilievo che assume molto peso nella giornata di oggi. Stiamo parlando di una nazione rinomata per la sua prezisione, quella guidata da Angela Merkel, cancelliera di ferro. Negli anni la terra tedesca si è sempre distinta per il suo rigore nel far quadrare i conti , dalle “lacrime e sangue” per avere aiuti europei. Oggi la Germania, invece, inizia ad essere interessata dalla crisi.

A dirlo è Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), in occasione di un convegno a Francoforte:

Una svolta in negativo che dunque colpisce un paese da sempre al riparo dalle difficoltà che hanno investito sinora diverse aree dell’Eurozona. Ma gli ultimi dati indicano che questi sviluppi stanno iniziando a interessare anche l’economia tedesca.

Cosa succederebbe se la Germania fosse definitivamente colpita dalla crisi? A livello politico ed economico molte cose potrebbero cambiare.

Si sa, la Germania si caratterizza per un’economia aperta e integrata, e in base a ciò non stupisce che un rallentamento nel resto dell’area dell’Unione Europea provochi degli strascichi anche qui.  Gli effetti finanziari in Germania sono lo specchio degli effetti nell’Eurozona. Per questo, è fondamentale anche per la Germania garantire la stabilità dell’Eurozona, per far si che sia nuovamente la prima a beneficiarne.

Fiscal Cliff: Nel frattempo crescono le preoccupazioni di Mario Draghi in merito al Fiscal Cliff. L’effetto – Obama sulle borse è durato poco, per cui anche gli Usa hanno bisogno di trovare nuovi accordi per quanto concerne il debito pubblico.

Top manager inglesi: stipendi più alti del 27%

 A determinare lo strabiliante aumento non sono stati i bonus o aumenti di stipendio, ma una nuova voce che compare da qualche tempo nelle voci dei contratti dei top manager delle aziende quotate alla London Stock Exchange: gli incentivi a lungo termine derivanti dall’andamento dei titoli societari in borsa.

L’aumento medio stimato dalla Income Data Services si aggira intorno ai 4 milioni di sterline (circa 5 milioni di euro) per ogni presidente, amministratore delegato e manager.  Come è stato possibile visto il freno messo alle principali voci di guadagno dei top manager?

La spiegazione è piuttosto semplice: questi incentivi a lungo termine non generano profitti per i top manager solo nel caso in cui i titoli delle aziende che a loro fanno capo vanno bene in borsa, ma anche se i titoli, pur non andando bene, vanno comunque meglio di quelli delle altre aziende dello stesso settore.

Un altro elemento che ha concorso nel generare questo tipo di aumento è stato il fatto che l’introduzione degli incentivi è avvenuta appena dopo i crack finanziari del 2008, periodo che ha portato una notevole risalita dei titoli quotati sulla borsa londinese.

Steve Tatton, autore del rapporto precisa che:

Se gli azionisti saranno compiaciuti nel vedere un rallentamento degli elementi più classici dei compensi, queste cifre rivelano che i compensi dei manager possono lo stesso crescere significativamente come risultato di un complesso cocktail di incentivi a lungo termine.

Vince Obama e le borse aprono in rialzo

Barack Obama resta saldamente alla guida del suo popolo. Batte Romney e viene confermato per altri quattro anni alla Casa Bianca in virtù dei consensi del popolo statunitense.

La notizia è stata molto apprezzata dalle borse europee che aprono bene successivamente alla rielezione del primo presidente nero nella storia degli Usa.

Nello specifico Milano guadagna lo 0,45%, Parigi guadagna lo 0,90%, Francoforte lo 0,63% e Madrid lo 0,59%.

Angela Merkel ha fatto i suoi personali auguri a Obama, soffermandosi sulle possibilità di crescita e augurandosi un futuro dedito al confronto e al miglioramento:

“Ho apprezzato particolarmente le nostre numerose discussioni, in particolare quelle su come superare la crisi economica e finanziaria mondiale”.

Con l’occasione la cancelliera tedesca ha augurato “forza” e “successo” al presidente, comunicandogli che spera di incontrarlo presto:

“Sarebbe per me una gioia averla di nuovo ospite in Germania e poterla salutare”

Un clima sereno, quello di stamane, che come accennato giova ai mercati economici. Gli effetti sono tutti positivi e gli addetti ai lavori menzionano reazioni alla rielezione quali l’andamento al ribasso dei rendimenti sull’obbligazionario.

Bene anche l’oro, che fa registrare un rialzo delle quotazioni, nonché una minima pressione sul dollaro, che apre in calo nei confronti dell’euro e dello yen.

Il rapporto euro/yen è invece in forte rialzo, dato a 103,27 (102,825).

Grecia: nel frattempo le piazze europee sono concentrate sulle sorti della Grecia. Oggi il parlamento del Vecchio Continente voterà il piano di austerità, il quale è utile a sbloccare l’ulteriore tranche di aiuti, nell’attesa della riunione dell’Eurogruppo del prossimo 12 novembre.

La Borsa trema e attende esito delle presidenziali Usa

 Sono giorni cruciali per l’economia. È sempre così quando un presidente degli Stati Uniti sta per essere eletto, poiché dal Paese a stelle e strisce dipendono in parte le sorti e le trame economiche di molte zone del mondo. Ivi compresa l’Europa. Il vecchio continente è alla finestra, in attesa di conoscere l’esito delle Elezioni Presidenziali Usa. Chi la spunterà tra Obama e Romney? Rimangono poco meno di 24 ore prima di saperlo.

Nel frattempo i mercati europei sono in bilico. Le principali piazze di affari sono concentrate sulla sfida tra i due candidati e il “nervosismo” delle azioni si fa sentire. In Grecia la tensione è a mille. Il pacchetto dei tagli al bilancio che Samaras ha inviato sotto forma di proposta all’UE è prossimo all’approvazione.

In mattinata, molte delle borse che hanno aperto in deficit la giornata stanno continuando a perdere. Il trend negativo ha colpito Londra, che a metà mattina sta cedendo lo 0,65%, Parigi, meno 0,8%, e Milano (che ha ceduto lo 0,7%, complice la situazione bancaria). Le perdite più gravi, però, si attestano a Madrid, dove la Borsa spagnola ha ceduto l’1,44%.

In Italia la situazione del giorno è la seguente:

Unicredit: -0,9%;

Intesa Sanpaolo: – 1,26%;

Mediobanca: – 1,28%;

Generali: – 1,18%.