Come funziona la nuova procedura dell’Inps per il controllo della regolarità contributiva

 L’Inps sta cercando di semplificare il più possibile le procedure per i cittadini e per le imprese. Il prossimo passo è quello della nuova procedura on line che permetterà alle imprese e ai consulenti del lavoro di sapere con pochi clic la situazione contributiva dell’azienda, ossia la regolarità o meno di ognuna delle posizioni aperte dall’azienda presso l’ente previdenziale per le quali è richiesto un versamento contributivo.

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Questa nuova procedura può essere definita come una ‘bozza’ del DURC (Documento unico di regolarità contributiva) ed ha proprio lo scopo di velocizzare i tempi di richiesta ed elaborazione di questo documento.

La procedura, che identifica il richiedente tramite Codice Fiscale, controllerà gli archivi di Uniemens, della gestione separata e i database delle gestione degli artigiani e dei commercianti, per poi procedere alla verifica di ogni posizione. Nel caso il sistema riscontri delle irregolarità verrà rilasciato un documento con il dettaglio dei debiti contributivi ancora a carico del datore di lavoro.

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La procedura on line di controllo della regolarità contributiva è il primo passo verso la realizzazione di un Durc on line, per il quale, però, ci sarà ancora da attendere. Per questo ricordiamo che, per il momento, il documento rilasciato in caso di riscontro di irregolarità non sostituisce il Durc, che sarà ancora inviato in formato cartaceo tramite raccomandata all’azienda che ne fa richiesta.

Guida alle pensioni: le tipologie principali

Con il termine pensione siamo soliti riferirci a quel sistema di remunerazione a vantaggio di una persona, previsto per quando si smette di lavorare. Tale tipologia di remunerazione esiste in ogni parte del mondo e, ovviamente, anche in Italia, dove però può assumere e dunque presentarsi nelle forme più diverse. Tutte le tipologie, però, partono da uno schema molto semplice: quello del versamento dei contributi.

Pensione di vecchiaia e pensione di anzianità

Ogni sistema pensionistico, in generale, segue più o meno questo iter di base. Esistono però tanti tipi di pensioni che possono presentare alcune differenze. Le principali forme di pensione in Italia sono tuttavia due: quella di vecchiaia e quella di anzianità. Al fine di avere diritto alla prima occorre raggiungere la cosiddetta “età pensionabile”, cioè il limite di età previsto dalla legge, raggiunto il quale si ha diritto a lasciare il posto di lavoro. Differente il caso della pensione di anzianità, dove si ottiene dopo avere accumulato un certo numero di anni di contribuzione. Una condizione comunque subordinata al raggiungimento del limite di età.

Calcolo delle tasse

Un’altra differenza per quanto riguarda il funzionamento della pensione in Italia, riguarda il sistema di calcolo della stessa  Al momento, la pensione può essere calcolata con Il sistema retributivo, contributivo o misto. Una serie di riforme hanno però spinto per il sistema contributivo che con il passare degli anni dovrebbe restare l’unico in vigore.

Sgravi per gli apprendisti

 La Legge di Stabilità 2012 prevede una serie di incentivi per le aziende che assumo gli apprendisti. La nuova legge sull’apprendistato e la definizione della natura delle agevolazioni è stata ben spiegata in una circolare dell’INPS, la numero 128.

In pratica, le piccole imprese che decidono di avvalersi della prestazione professionale degli apprendisti nell’arco di tempo che va dal 2012 al 2016, saranno esonerate dal pagamento dei contributi. Sono stati definiti dalla legge tre tipi di apprendistato: quello per qualifica professionale, quello professionalizzante chiamato anche contratto di mestiere e quello di alta formazione e ricerca.

Gli apprendisti per contratto, sono tutelati dalle assicurazioni IVS, malattia, maternità, assegno per il nucleo famigliare e assicurazione INAIL contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Sullo sgravio contributivo alle aziende che assumono apprendisti, legifera l’articolo 8 della circolare INPS che spiega le intenzioni del legislatore – promuovere l’occupazione giovanile. Poi spiega che lo sgravio per le aziende che occupano un numero di addetti inferiore a nove, è totale dei contributi a loro carico, per i periodi contributivi maturati nei primi tre anni di apprendistato. Per gli anni successivi al terzo, invece, resta un’aliquota “scontata” del 10 per cento, estesa fino alla scadenza del contratto di apprendistato.

I contratti di apprendistato siglati con lavoratori iscritti alle liste di mobilità, hanno un altro tipo di norme da rispettare.