Il Ministro Saccomanni non crede possibile il congelamento dell’aumento Iva

 Nonostante sia possibile che l’Unione europea decida di chiudere la procedura di infrazione aperta contro l’Italia per eccesso di deficit – non è ancora ufficiale, la decisione definitiva arriverà domani – e, grazie a questo, sarà possibile scongelare diversi milioni di euro, non si avranno benefici immediati.

► Servono tre miliardi per evitare l’aumento dell’Iva

I primi risultati di questa chiusura si avranno solo a partire dal prossimo anno e, quindi, non sarà possibile, come da molti auspicato, usarne una parte per reperire le risorse necessarie al congelamento dell’aumento delle aliquote Iva previste per luglio 2013.

Lo ha detto il neo ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni durante la presentazione del rapporto della Corte dei Conti di questa mattina. Il tesoretto che si genererà da questa chiusura della procedura dovrà essere utilizzato per gli investimenti e non per la sterilizzazione dell’Iva.

► Servono 2 miliardi per evitare l’aumento dei ticket sanitari

Si fa sempre più forte, quindi, la possibilità che il balzello Iva scatterà, nonostante i tanti tentativi del governo per evitarlo. Possibile, invece, che il tesoretto possa essere utilizzato per evitare l’aumento dei ticket sanitari.

Gli otto miliardi della fine della procedure di deficit devono andare alle imprese

 L’Unione Europea ha deciso di chiudere la procedura di infrazione aperta contro l’Italia per deficit eccessivo. Ancora la decisione non è ufficiale – arriverà solo per il 29 maggio – ma, a meno di grandi rivolgimenti in questi due giorni, la procedura sarà chiusa.

► Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

Il beneficio che ne trarrà l’Italia in termini economici è la liberazione di circa otto miliardi di euro che non saranno più bloccati al fine di mantenere stabile il livello del debito pubblico del paese. Cosa ci si può fare con queste nuove risorse?

Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, ha le idee molto chiare e le ha espresse poche ore fa di fronte all’assemblea degli industriali di Varese: questi soldi devono essere dati alle imprese, come rinforzo allo sblocco dei pagamenti dei debiti della pubblica amministrazione.

I debiti che la pubblica amministrazione ha accumulato nei confronti delle imprese, infatti, ammontano a circa 130/140 miliardi di euro: tutti soldi che non devono essere considerati come sovvenzioni, ma sono il risultato di servizi, prodotti e forniture fatte allo Stato dalle imprese e dai professionisti italiani che lo Stato ha l’obbligo di restituire.

► Banche tornano in utile, ma non concedono prestiti a imprese e famiglie

E questo passo è fondamentale soprattutto in questo periodo che lo stesso Squinzi definisce di credit crunch: le banche non concedono prestiti e il minimo che lo Stato possa fare per le sue imprese è garantire la liquidità per gli investimenti e la produzione.

Sei raccomandazioni per la promozione sui conti pubblici

 Il prossimo 29  Maggio sarà, probabilmente, per l’ Italia, giorno di risanamento: la Commissione Europea sembra infatti ormai favorevole ad approvare gli sforzi compiuti dal nostro Paese per l’ uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo e per la riammissione formale tra le nazioni europee “virtuose”.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

Come controparte, tuttavia, ci saranno per l’ Italia da sostenere sei raccomandazioni, sei nuove misure economiche e politiche da mettere in atto per  conservare la posizione faticosamente raggiunta. Tra i provvedimenti presenti nella bozza della Commissione vi sono, ad esempio:

> Squinzi pessimista sull’Italia

  • il proseguimento dell’ opera di consolidamento dei conti pubblici
  • l’ ottimizzazione dei meccanismi della macchina burocratica statale,cioè della Pubblica Amministrazione
  • la riforma del sistema bancario in vista di una sua migliore efficienza
  • l’ introduzione di maggiore flessibilità nel mondo del lavoro, sulla strada già tracciata dalla riforma Fornero
  • il rilancio dei progetti formativi del mondo professionale, in modo da riavvicinare lavoratori e imprese
  • la riduzione delle pressione fiscale sul settore produttivo italiano e sul costo del lavoro, in modo da attribuire una maggiore competitività al mondo dei servizi.

La chiusura della procedure europea, quindi, significherà per l’ esecutivo anche l’ apertura di una lunga stagione di impegno sulle riforme strutturali del Paese e sui negoziati con l’ Europa.

Verso la chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo

 L’ Italia si avvia a piccoli passi verso la sospirata chiusura della procedura di infrazione per deficit eccessivo imposta ai nostri bilanci dall’ Unione Europea. Gli italiani potranno infatti tirare forse un sospiro di sollievo mercoledì 29 Maggio, quando la Commissione Europea annuncerà in via ufficiale se l’ Italia ha effettivamente rimesso a posto la precaria situazione dei propri conti pubblici.

Vertice europeo sull’ occupazione giovanile previsto per giugno

Per quella stessa data, tuttavia, si aspettano anche, da parte dell’ Europa, delle specifiche raccomandazioni – Paese, che costituiranno la fase due dell’ intervento della Commissione. L’ Unione Europea, infatti, pur abbastanza indulgente sul fronte deficit – alla Francia e ad altre nazioni sono stati concessi , ad esempio, due anni di tempo in più per sistemare i bilanci pubblici – non ha affatto intenzione di mollare la presa sull’ attuazione delle necessarie riforme economiche strutturali che sia aspetta dai singoli stati membri.

> Lo scenario finanziario europeo va migliorando

Per il nostro Paese l’ Europa sta preparando un pacchetto di sei o sette raccomandazioni, all’ interno del quale si ripresenteranno, probabilmente, anche le misure dell’ anno precedente che ancora non sono state attuate, come, ad esempio, la riforma del mercato del lavoro e quella del mercato dei servizi.

Accanto alle nuove urgenze, tuttavia, rimarrà comunque il monito di continuare a ridurre il debito, cosa che non può fare altro che contribuire a rafforzare l’ economia italiana.

Le stime Ocse sull’economia italiana

 E’ stato recentemente presentato il nuovo rapporto Ocse che fa il punto sulla situazione economica italiana.

PIL, debito e deficit sono al centro delle valutazioni offerte dall’ istituzione parigina, che attraverso le voci del capo economista e del segretario generale, offre però anche il suo punto di vista sulla questione IMU.

> L’Ocse contraria alle modifiche all’IMU

Per quanto riguarda il PIL, dunque, l’Ocse prevede che per il resto del 2013 l’Italia potrà incorrere in una nuova contrazione di quest’ ultimo pari all’ 1,5% e che spiragli di crescita non sono auspicabili prima dell’inizio del 2014, in cui sarà forse possibile recuperare uno 0,5%.

> Pressione fiscale in aumento nei paesi dell’Ocse

E per l’incentivazione della crescita, l’Ocse trova utile il programma di riforme che sono state attuate nel Paese, anche se non è favorevole ad una completa interruzione delle politiche di austerity. E’ da escludere, ad esempio, l’interruzione del livello complessivo dell’ imposizione fiscale, perché per l’Ocse resta di fondamentale e prioritaria importanza la riduzione del debito pubblico, per sottrarre una volta per tutte il Paese alle oscillazioni dei mercati finanziari. Il rapporto debito – PIL, infatti, nelle sue previsioni è destinato a salire ancora fino al 134,2% nel 2014.

Per quanto riguarda infine il fronte deficit, anche quest’ ultimo per l’Ocse sarà costretto a subire un incremento fino al 3,8% nel corso del prossimo anno.