Per l’Istat in Italia ci sono 3 milioni di inattivi
In Italia sono circa sei milioni le persone che potrebbero essere impiegate nei processi produttivi, ma tremila di queste non cercano neanche più un lavoro.
In Italia sono circa sei milioni le persone che potrebbero essere impiegate nei processi produttivi, ma tremila di queste non cercano neanche più un lavoro.
I giovani italiani usufruiscono supporto finanziario delle famiglie fino ad età abbastanza avanzata e non possono permettersi un alloggio proprio.
La recessione e la crisi hanno talmente fiaccato le aspirazioni dei giovani italiani, che pur di lavorare sarebbero ormai disposti alle mansioni più umili, agli stipendi più ridotti e addirittura all’ espatrio.
Misure a costo zero e interventi più pesanti da realizzare forse attraverso una futura manovra. Ma intanto da domani si discute con sindacati e imprese.
Generazione senza futuro. Sono i bambini di oggi in Italia che, a causa di crisi e recessione, non hanno possibilità di migliorare la loro condizione.
Il mercato del lavoro lascia fuori, o quasi, ben 9 milioni di italiani. I dettagli dello Studio Ires sulla sofferenza lavorativa in Italia.
Nelle parole del Ministro del Lavoro Enrico Giovannini confermate la necessità di reperire le risorse, di rivisitare lo strumento della Cig e di un confronto con le parti sociali.
Schulz risponde ai dubbi di Letta in merito al problema dell’occupazione in Europa spiegando che si potrebbero usare i 6 miliardi previsti per il 2014-2020.
Il Mezzogiorno ha pagato il prezzo più alto della crisi in termini di mercato del lavoro. Serve al più presto un piano di sviluppo globale.
La disoccupazione giovanile, secondo l’ILO è la vera emergenza per il Vecchio Continente. Ecco di cosa dobbiamo preoccuparci in Europa.