Giovannini frena sulla Riforma del Lavoro

 Il nuovo Ministro del Lavoro Enrico Giovannini frena gli entusiasmi di tutti coloro che si stavano già mettendo al lavoro per una revisione della Riforma Fornero: la Riforma deve, sì, essere modificata, ma occorre cautela nell’intervenire in un programma che solo ora inizia a dare i primi risultati.
► Le modifiche alla riforma Fornero

Quindi, nonostante nel programma del neo premier Letta ci fosse stata fin da subito una revisione della Legge 92, il nuovo capo del dicastero del Lavoro pensa ad un aggiustamento di quello che sembra non andare, ma in modo molto meno profondo rispetto a quanto ci si fosse aspettato.

Enrico Giovannini, dati alla mano, ha parlato di una riduzione della disoccupazione: dopo il grande record registrato nell’ultimo periodo del 2012, il trend disoccupazionale si è stabilizzato – con una sensibile ripresa dei contratti a tempo determinato – il che sarebbe il primo effetto della Riforma voluta dal suo predecessore.

► Letta annuncia modifiche alla riforma Fornero

Inutile, quindi, se non deleterio, pensare ad una revisione profonda della Riforma, soprattutto se queste sarà fatta con provvedimenti di normativa, fiscale o contributiva. Ciò che serve al paese, al momento, è centrare gli obiettivi di crescita, solo in questo modo si potrà pensare a creare nuova occupazione.

L’occupazione è la priorità del Ministro del Lavoro

 Per il neo Ministro del Welfare Enrico Giovannini le priorità a cui il nuovo Governo governo dovrà dare risposta in tempi brevi sono essenzialmente due: la creazione di nuovi posti di lavoro e il blocco della crescente disoccupazione.

Solo il lavoro potrà trascinare con sé, infatti, una nuova crescita economica. E per fare questo, l’ esecutivo del Governo Letta prevede innanzitutto di apportare alcune modifiche alla precedente riforma Fornero, che ha regolamentato il mercato del lavoro secondo canoni  un po’ troppo rigidi per l’ economia di crisi che il Paese sta invece vivendo.

Per Giovannini la riforma Fornero va cambiata

Per prima cosa, dunque, bisognerà mettere nuovamente mano alla contrattualistica dei contratti a tempo determinato, per garantire a tutto il mondo dell’ imprenditoria italiana una maggiore flessibilità attualmente non assicurata dalla Riforma.

> Le modifiche alla riforma Fornero

Altre priorità – o meglio emergenze – della situazione italiana contemporanea per il Ministro Giovannini sono poi quelle rappresentate dal rifinanziamento  della Cassa Integrazione in deroga e dagli esodati.

Per quanto riguarda la Cig, infatti, i sindacati –  che hanno ritrovato una nuova intesa all’ indomani del 1 Maggio – e le Regioni hanno già fatto richiesta di un nuovo finanziamento per il 2013 che, secondo i calcoli delle stesse sigle sindacali, dovrebbe ammontare a circa 1,5 miliardi di euro.

Per Giovannini la riforma Fornero va cambiata

 Proprio ieri, Primo Maggio e giorno della Festa del Lavoro, il neo ministro del Welfare Enrico Giovannini ha annunciato la necessità di apportare delle modifiche alla riforma Fornero, la riforma che da qualche mese a queste parte aveva ridisegnato le norme del mercato del lavoro.

> Vademecum sulla riforma del lavoro – L’interpretazione

A queste dichiarazioni del Ministro Giovannini, poi, hanno subito fatto eco le dichiarazioni del Presidente del Consiglio Enrico Letta, che da Parigi ha sostenuto la tesi della necessità di una maggiore flessibilità nel mondo dei contratti a termine.

> Letta annuncia modifiche alla riforma Fornero

Secondo il Ministro del Welfare Giovannini, infatti, la riforma Fornero è stata ideata e sviluppata per adeguarsi ad una economia di crescita. L’Italia, invece, in questo momento, si trova in un periodo di recessione e ciò impone dunque la necessità di rivedere alcuni contenuti della riforma.

Oltre alla modifica della riforma del lavoro, tra le priorità che bisogna affrontare al più presto per il Ministro vi sono il problema dell’ occupazione (e della disoccupazione) e quello della ripresa dei settori economici più colpiti dalla crisi. Il lavoro è, del resto, il nodo centrale del programma del nuovo governo e va risolto in tempi molto stretti e in un’ottica di crescita europea.