Anagrafe dei conti correnti: come funziona e a cosa serve

 Il Decreto Salva-Italia voluto dal Governo Monti ha portato anche alla predisposizione di un nuovo strumento per la lotta all’evasione. Si tratta dell’anagrafe dei conti correnti, ossia tutta una serie di informazioni che banche, Poste, società di gestione del risparmio e altri intermediari finanziari dovranno inviare al fisco entro i termini stabiliti.

► Anagrafe dei conti correnti, la nuova arma del fisco

I dati che dovranno essere inviati riguardano, nello specifico, i conti correnti (saldi di inizio e fine anno e del totale dei movimenti distinti per dare e avere, quindi il loro valore complessivo), i depositi titoli (saldi tra il totale degli acquisti e quello dei disinvestimenti), le carte di debito e di credito (utilizzo del plafond di spesa a inizio e a fine periodo, valore degli acquisti e, solo per le carte ricaricabili l’importo delle ricariche effettuate nel corso dell’anno) e le cassette di sicurezza (numero degli accessi dei proprietari).

Il Fisco, quindi, avrà a disposizione una grande mole di dati. Come verranno utilizzati?

Ovviamente il provvedimento che ha dato vita all’anagrafe dei conti correnti rispetta le norme italiane sulla privacy, e le informazioni che le banche e gli altri istituti sono chiamate a comunicare al Fisco verranno utilizzati al fine di creare delle liste selettive di contribuenti potenzialmente a rischio di evasione, ossia i contribuenti che presentano dei vistosi scostamenti tra i loro comportamenti bancari e le dichiarazioni dei redditi.

► Sfuggire al fisco è sempre più difficile

Ma l’anagrafe dei conti correnti potrà essere utilizzata anche per scovare i ‘furbi’ del welfare: infatti questi dati, oltre a semplificare gli adempimenti richiesti ai contribuenti per la dichiarazione sostitutiva unica necessaria all’accesso a prestazioni sociali agevolate, potranno essere utili anche al controllo della veridicità degli stessi da parte delle amministrazioni pubbliche.

 

Bulgari evade per 3 miliardi di euro

Gli ufficiali della Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma hanno sequestrato, questa mattina, beni e altre disponibilità per un totale di 46 milioni di euro di proprietà della nota holding del lusso “Bvlgari“.

Lavorare da Bulgari

L’accusa è quella di aver evaso, a partire dal 2006 in poi, circa tre miliardi di euro di ricavi, attraverso la creazione di società in Olanda e in Irlanda, il cui scopo era appunto quello di aggirare le restrittive norme del fisco italiano. Personaggi ai vertici della direzione aziendale, quali Paolo e Nicola Bulgari, azionisti e soci storici dell’azienda, Francesco Trapani e Maurizio Valentini sono stati quindi tutti indagati dalla procura di Roma per dichiarazione fraudolenta.

Otto motivi per investire nelle azioni Tod’s

Le indagine delle Fiamme Gialle hanno portato alla luce il fatto che a partire dal 2006 la multinazionale si era servita di una cosiddetta Escape Strategy volta alla riallocazione dei margini mondiali di guadagno (cioè il differenziale tra i ricavi e i costi delle vendite) attraverso la creazione di controllate estere, situate in stati diversi dall’Italia, con lo scopo di fuggire il sistema di imposizione italiano. Nel caso specifico le società si trovavano in Svizzera, in Olanda e in Irlanda, paese con la pressione fiscale più bassa d’Europa, nel quale era stata creata appositamente la Bvlgari Ireland LTD, o Beire.

Bilancio 2012 della Guardia di Finanza

 Tante le indagini fatte dalla Guardia di Finanza fatte nel corso del 2012 a caccia di coloro che, in un modo o nell’altro, tentano di evadere ilo Fisco. Oggi la pubblicazione del rapporto sulle attività svolte durante lo scorso anno che ha messo in luce come, in un anno caratterizzato da una acuta crisi economica, i tentativi di eludere le tasse siano sempre maggiori e diversificati.

► Sfuggire al fisco è sempre più difficile

Protagonisti dei controlli della Guardia di Finanza, infatti, i Compro Oro. Un totale di 348 ispezioni in tutta Italia che hanno portato allo smascheramento di tanti negozi del genere creati appositamente come mezzo per l’evasione fiscale: individuati 44 evasori totali e denunciati 53 esercenti, per un totale di 200 milioni di euro di evasione delle imposte indirette e 90 di Iva.

Indagine, questa, affiancata dall’Operazione Giove finalizzata alla scoperta di società di comodo collegate ai paradisi fiscali, dalla quale sono emersi 900 milioni di euro sottratti al Fisco.

Ma non solo Compro Oro. Nel mirino della GdF anche i “Ladri di welfare“, coloro che truffano, di fatto, il sistema assistenziale e previdenziale pubblico. 1000 operazioni di verifica che hanno portato allo scoperto di frodi per 24 milioni di euro, ai quali vanno aggiunti altri 19 milioni di euro di danni erariali segnalati dalla GdF alla Corte dei Conti per quanto riguarda le Pubbliche Amministrazioni.

► Scoperta una evasione internazionale di circa 60 milioni di Euro

Tentativi di evasione fiscale all’interno delle PA che sono emersi come 859 dipendenti che hanno percepito corrispettivi non autorizzati dalle amministrazioni di appartenenza per un totale di 6 milioni di euro, 11.713 incarichi irregolari1.106.000 euro di retribuzioni di risultato non dovute a dirigenti pubblici.

 

Sfuggire al fisco è sempre più difficile

 La lotta all’evasione fiscale è da considerarsi prioritaria del governo finito con Monti ma probabilmente sarà tra le priorità anche nel prossimo governo di centrosinistra. La politica, in questo senso, sarà chiamata a collaborare con l’Agenzia delle Entrate che ha già iniziato il giro di vite contro gli evasori.

Da chi dipende l’ingovernabilità italiana

In pratica è stato modificato il sistema delle cartelle di pagamento con un provvedimento del 5 marzo 2013. Nelle intenzioni c’è il recupero del credito, o meglio incrementare la certezza del pagamento che andrà a rimettere in sesto le casse dell’Erario e quelle degli altri enti impositori.

L’Agenzia delle Entrate in video

La cartella di pagamento dovrà integrare una serie di consigli della Corte Costituzionale, il che vuol dire che tutto dovrà essere fatto nel rispetto della privacy del contribuente. Se per esempio il Fisco non riesce a trovare l’evasore, perché temporaneamente assente oppure perché le persone legittimate a ricevere la cartella non possono farlo o non vogliono farlo, allora la cartella deve essere notificata con una procedura particolare.

Per prima cosa deve essere effettuato il deposito della stessa al Comune, poi deve essere affisso un avvito di deposito in busta chiusa e sigillata, presso l’abitazione indicata dal contribuente al fisco e quindi deve essere inviata anche una raccomandata con ricevuta di ritorno per avvisare il contribuente di tutto quello che è stato fatto.

Wegelin pagherà una multa di 74 milioni di dollari per evasione fiscale

 74 milioni di dollari. Questo è l’ammontare della multa che gli Stati Uniti ha deciso di far pagare alla Wegelin di San gallo, la più antica banca svizzera, per aver aiutato molti facoltosi americani ad evadere il fisco.
► Gli accordi fiscali con la Svizzera

La sentenza è arrivata da Jed Rakoff, giudice distrettuale di Manhattan, ed è la prima volta che gli Stati Uniti prendono una tale decisione, che ha anche rilevanza penale, contro un istituto di credito estero. Secondo il giudice che ha emesso la sentenza la banca svizzera si sarebbe comportata in modo riprovevole.

Un duro colpo per una banca, la Wegelin, che è sempre stata considerata come la punta di diamante degli istituti svizzeri, presa ad esempio anche da tutti gli altri e guidata da un personaggio particolarmente carismatico che ha sempre difeso il modello fiscale svizzero.

Le banche svizzere aspirano i soldi dagli altri Stati. Sono consapevole che non si tratta di un atteggiamento democratico, ma non lo è neppure quello di molti Paesi, nei confronti dei loro contribuenti.

► La legge svizzera contro gli stipendi dei manager

Questo il principio che ha spinto la Wegelin, nel 2009, ad elaborare un sistema fiscale grazie al quale gli americani potevani depositare i loro soldi nella banca elvetica senza essere in alcun modo controllabili dalle istituzioni Usa. Ma alla fine è stato scoperto e ora la banca dovrà pagare 74 milioni di dollari agli Stati Uniti.

Scoperta una evasione internazionale di circa 60 milioni di Euro

Un’evasione fiscale internazionale di circa 60 milioni di Euro è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Torino. La struttura operativa della multinazionale torinese è in Irlanda e in cinque anni ha fatturato circa 60 milioni di Euro senza nessuna comunicazione al fisco.

Le indicazioni fiscali dell’Ocse per l’Italia

La multinazionale si occupa della realizzazione e della vendita di prodotti in plastica che sono nel mercato di tutto il mondo.

L’azienda acquistava le materie prime che però venivano lavorate da un’azienda irlandese cui venivano cedute. L’azienda irlandese è controllata da quella italiana e la lavorazione avveniva in Irlanda. I prodotti arrivava vano poi in Italia per essere messi sul mercato a prezzo superiore.

 

Corte dei Conti su fisco e corruzione

 

La maggior parte dell’attività lavorativa dell’azienda si sviluppava quindi in Irlanda, dove la tassazione sul reddito di impresa è al 12,50%. In cinque anni di attività quindi la multinazionale torinese è arrivata a circa 60 milioni di Euro di guadagni conseguiti all’estero. Per la Guardia di Finanza questi redditi dovevano essere dichiarati in Italia.Le indagini hanno dimostrato che l’azienda irlandese non è un soggetto autonomo, quanto piuttosto una parte dell’azienda italiana. In questi casi c’è l’obbligo di fare la dichiarazione di tutti i redditi percepiti sia in Italia che all’estero. Le tasse pagate in Irlanda potranno comunque essere riconosciute dal Fisco italiano nel calcolo di quanto dovuto dalla multinazionale torinese.

Cameron contro Starbucks

 Cosa c’entra il premier inglese Cameron con il caffè? Nulla, a meno che non si stai parlando del caffè di Starbucks. Il premier inglese, nel suo ultimo intervento al WEF di Davos ha voluto lanciare una frecciatina ad una delle più grandi catene di caffè americane, la Starbucks.

Draghi al WEF: il 2012 anno dell’euro

Sull’onda delle tante polemiche che da più parti si stano sollevando contro le multinazionali -soprattutto quelle tecnologiche, tra cui le più bersagliate sono Apple e Google– il premier inglese ha ribadito che, spesso, le multinazionali del genere approfittano del loro potere per non pagare le tasse.

Se sia vero nel caso della Starbucks ancora non è dato saperlo, fatto sta che dai piani alti dell’azienda sono arrivati commenti molto duri su questa ‘illazione’ del premier e fanno sapere, attraverso la voce di Chris Engskov, direttore della filiale inglese, che se il premier non rivede quanto detto, gli investimenti in programma nel prossimo periodo sul territorio inglese potrebbero anche essere rivisti.

La lotta all’evasione colpisce la tecnologia

La linea di difesa scelta dalla Starbucks è molto semplice: dal momento che la società non ha avuto profitto in Inghilterra non è tenuta a pagare le tasse. Ma il problema è che nell’ultimo rapporto di Starbucks si parla di un profitto globale di 274 milioni, ma nessuno di questi generato in Inghilterra, che nel documento, non ha neanche un prospetto separato.

Le frodi scoperte dalla Guardia di Finanza sono di circa 6,5 miliardi di Euro

 In Italia l’anno scorso le frodi relative ai fondi comunitari e nazionali e all’erario ammontano a circa 6,5 miliardi di Euro. È questo quanto hanno mostrato le Fiamme Gialle per l’anno che si è appena concluso.

I controlli fatti dalla Guardia di Finanza per conto della Corte dei Conti sono stati. I danni all’erario sono oltre 5,1 miliardi.

Dati evasione fiscale 2012

Le frodi ai finanziamenti europei e nazionali sono di 1,1 miliardi di Euro e sono state aperte 2800 indagini. Sono soldi indebitamente percepiti e sono stati denunciati più di 4600 persone, a cui sono stati sequestrati beni mobili e immobili per circa 348 milioni di Euro.

Le frodi previdenziali e assistenziali che sono state scoperte sono per più di 103 milioni di Euro tra falsi invalidi, falsi braccianti agricoli e persone decedute che prendevano la pensione. Sono stati scoperti anche molti assegni sociali e altri fondi per sostegno che non erano dovuti. Il problema economico per la sanità è di circa 72 milioni di Euro. I casi di doppio lavoro sono 1274 e sono state fatte delle sanzioni per circa 15 milioni di Euro.

Evasori contro il redditometro

Il comandante generale della Guardia di Finanza ha affermato che per il 2013 ci sarà un impegno

per smascherare le frodi sia a livello previdenziale e assistenziale sia a livello di settori dove ci sono incentivi come per le energie rinnovabili, la spesa sanitaria convenzionata e le misure finanziate con i fondi dell’Unione europea.

Dati evasione fiscale 2012

 La Guardia di Finanza ha reso noti i dati relativi all’evasione fiscale per l’anno appena conclusosi e, come sempre accade in Italia, i numeri riportati mettono in luce come, anche con la stratta del fisco di questi ultimi tempi, sia difficile far emergere quanto fino ad ora è stato sommerso.

L’evasione fiscale in Italia

Nel 2012 le indagini portate avanti dalla Guardia di Finanza hanno portato alla luce ben 8.617 evasori totali, per un totale di 22,7 miliardi di euro sottratti alle casse dello Stato, ma, secondo le ultime stime, ci sarebbero ancora 16,3 miliardi provenienti da altri fenomeni evasivi.

Nello specifico i dati delle Fiamme Gialle riportano denunce per un totale di 11.769 frodi e reati fiscali di vario genere, soprattutto emissione di fatture false (5.836 casi), mancati versamenti Iva (519 casi), dichiarazioni dei redditi non presentate (2.579 violazioni) e occultamento o falsificazione di contabilità aziendale (2.220 casi).

Lotta all’evasione, colpiti Google e Apple

Tanti anche i reati fiscali a livello internazionale. Quelli scoperti dalla Guardia di Finanza ammontano ad un totale di 17,1 miliardi che non sono stati versati allo Stato, provenienti, per la maggior parte da trasferimenti di denaro nei paradisi fiscali.

Sotto la lente delle forze dell’ordine anche i lavoratori, o meglio, i datori di lavoro. Nel 2012 sono stati scoperti 16.233 lavoratori completamente “in nero” e 13.837 irregolari.

Ocse e fisco, prese di mira Google e Apple

 E’ il quotidiano Le Figaro a riportare la notizia secondo la quale molto presto, già dal 14-15 febbraio quando a Mosca si riunirà il g20 Finanze, l’Ocse -Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico- presenterà le sue prime proposte per cercare di arginare il fenomeno dell’evasione fiscale.

Il dito dell’Ocse è puntato soprattutto contro i grandi colossi americani  (Google, Apple, Amazon, Starbucks) che hanno la possibilità di sfruttare lacune e mezzi legali per aggirare il fisco, soprattutto operando quella che viene chiamata l’ottimizzazione fiscale, attraverso la quale riescono ad eludere quasi completamente il fisco.

Google e i paradisi fiscali

Ciò su cui, inoltre, si punterà l’attenzione dell’Ocse sono i cosiddetti paradisi fiscali, ossia quei paesi che hanno delle condizioni fiscali particolarmente agevolate. Il piano dell’Ocse, secondo le prime notizie riportate, si baserà su due principi cardine: il primo è il divieto dell’utilizzo di quelle che vengono chiamate scatole vuote, cioè le società che non hanno nessuna attività reale ma che sono utilizzate solo per il trasferimento dei fondi, e il secondo, è quello di imporre un divieto alle società ibride (società che hanno diversi domicili).

Pronto il piano d’azione dell’Unione europea contro l’evasione

Si tratta di una grande rivoluzione, un progetto particolarmente ambizioso anche per l’Ocse, soprattutto perché queste pratiche sono legali nella maggior parte dei paesi.