Qui Grecia. Alexis Tsipras finalizza la sua manovra fondata sull’Austerity, come vuole la Troika, per presentarsi dinanzi all’Eurogruppo e ottenere una nuova tranche di aiuti nonché un cospicuo taglio del debito.

Qui Grecia. Alexis Tsipras finalizza la sua manovra fondata sull’Austerity, come vuole la Troika, per presentarsi dinanzi all’Eurogruppo e ottenere una nuova tranche di aiuti nonché un cospicuo taglio del debito.

C’è una data: 24 maggio 2016. Potrebbe essere l’avvento di una nuova era per la Grecia. Il ‘capodanno’ per festeggiare l’uscita dalla crisi. Quel giorno, la Troika potrebbe approvare il taglio del debito della Grecia dopo sette anni di buio totale.

In Grecia è nuovamente allarme liquidità. Atene inoltre non ha raggiunto un’intesa con i creditori che sia in grado di sbloccare una nuova tranche di aiuti: così i soldi nelle casse dello Stato potrebbero finire a metà maggio.

Lo stallo delle trattative tra Grecia e i creditori si trasforma con sorpresa e in men che non si dica in un braccio di ferro ad altissimo rischio.

Il rappresentante del Fondo Monetario Internazionale (FMI), Poul Thomsen, continua a chiedere alla Grecia ulteriori sforzi relativi alle pensioni, non vedendo altra strategia per raggiungere l’obiettivo di un avanzo primario del 3,5% del pil nel 2018, concordato con gli altri 2 creditori pubblici (UE e BCE) nell’estate scorsa, quando ha trattato le condizioni per l’ottenimento di un terzo piano di aiuti per 86 miliardi in 3 anni.
La lotta agli evasori in Grecia riparte sotto il segno di una strana alleanza tra Atene e Berlino. Il governo regionale della Renania Westfalia (un po’ provocatoriamente, aveva insinuato qualcuno) ha girato qualche settimana fa alle autorità elleniche un elenco di 10mila cittadini greci con conti in Svizzera.
I titoli a dieci anni sono cresciuti in Grecia di diciotto punti base a 8.765%. Si tratta del livello più alto da metà settembre.
Presi dalla crisi, dalle tasse e dalla necessità di tirare avanti, ci capita sempre meno spesso di buttare lo sguardo verso l’esterno, verso quei Paesi che sono in crisi e che con le loro difficoltà ci potrebbero indicare cosa è bene fare e cosa sarebbe meglio evitare.
Il nuovo governo di Alexis Tsipras supera senza danni l’esame dell’aula, raggiungendo il “via libera” al primo capitolo della nuova austerity e si avvicina all’obbiettivo di sbloccare i nuovi aiuti e avviare i negoziati per la ristrutturazione del debito.
I greci possono aspettare. La Chiesa invece può procedere senza limiti. Il governo Tsipras-bis ha iniziato il suo secondo mandato confermando una decisione che ha scatenato le polemiche ad Atene: quella di allentare i controlli dei capitali.